Un bagliore di speranza, un segno di unità: la Torcia Olimpica Milano‑Cortina 2026 ha attraversato le coste e le terre del Lazio, portando con sé non solo una fiammella, ma un messaggio che va oltre lo sport.
Ecco il racconto — tra emozioni, paesaggi e comunità — del suo passaggio a Civitavecchia e nella Tuscia.
La mattina del 6 dicembre 2025 il sacro fuoco olimpico, partito da Roma, ha iniziato la sua discesa verso il Tirreno: e tra le sue prime tappe la scelta è caduta su Civitavecchia.
L’aria era già carica di attesa: secondo il programma, la torcia sarebbe arrivata a Civitavecchia il giorno dopo, con partenza da Piazza Verdi intorno alle 14:40.
Famiglie, scuole, associazioni locali — tutti pronti a celebrare. Bannere, palloncini, sorrisi: un’intera comunità mobilitata per accogliere “una luce diversa dal solito”.
Il percorso — tra il centro storico e le vie della città — toccava luoghi simbolici: da Largo Plebiscito (punto di partenza), passando per il centro e fino al Tribunale, toccando zone vicine al porto.
Quando la torcia ha attraversato le strade di Civitavecchia, è stato come se la storia e il presente si fossero intrecciati: gente che si fermava, salutava, applaudiva. Per molti, non era solo un evento sportivo, ma un’occasione di orgoglio cittadino, di partecipazione, di condivisione.
Dopo la sosta sul litorale, la Fiamma ha continuato il suo cammino verso l’interno: fra le tappe designate rientrava la suggestiva area della Tuscia, con destinazione finale Viterbo.
Oggi, nelle vie di Viterbo, la staffetta partita da via della Palazzina, ha attraversato il centro storico fino a raggiungere piazza Martiri d’Ungheria per l’accensione del braciere verso le 19:30.
Non si tratta di una mera tappa sportiva: il passaggio nella Tuscia diventa simbolo di unione tra tradizione e modernità. Borghi, storia, archeologia e comunità locali si uniscono per accogliere la Fiamma — trasformando la staffetta in una festa collettiva, un momento di promozione del territorio e di valorizzazione delle radici.
Persone arrivate da piccoli centri e paesi vicini: si respira un’atmosfera di condivisione, di attesa, di scoperta. È un invito a riscoprire luoghi spesso dimenticati, a riscoprire la bellezza meno visibile ma profondamente autentica dell’Italia meno turistica.
Il passaggio della Torcia a Civitavecchia e nella Tuscia non sarà ricordato solo per i secondi in cui la fiamma è passata tra le mani dei tedofori. Sarà il ricordo di un pomeriggio di festa, di strade affollate, di volti sorridenti, di mani che si stringono.
Perché in quel breve istante — tra il mare e le colline, tra borghi antichi e la gente di oggi — si è forse respirato il cuore dell’Italia: la sua storia, la sua bellezza, il suo spirito.







