Da elicotteri a droni e viceversa: la nuova era di Frosinone e Viterbo

FROSINONE – Per decenni, il 72º Stormo ha rappresentato il cuore della formazione aeronautica nella Ciociaria: dal 1955 l’aeroporto “Aeroporto Girolamo Moscardini” di Frosinone ha formato generazioni di piloti di elicottero, costituendo un punto di riferimento per l’intera regione.

Ma i tempi cambiano: con la fine dell’epoca degli elicotteri addestrativi, la struttura militare non chiude — al contrario. Dal 2026, Frosinone diventerà la sede della nuova Scuola Interforze di Addestramento Droni, un centro di eccellenza per piloti di droni militari.

L’obiettivo dichiarato dalle autorità è duplice: da un lato mantenere viva la tradizione aeronautica del territorio, dall’altro proiettare il Lazio verso il futuro con strumenti e tecnologie al passo coi tempi.

Frosinone e il nuovo polo dei droni: cosa cambia per la regione

La scelta di destinare a Frosinone la scuola droni e fare uscire la vecchia struttura di volo riflette un cambio di paradigma: non più rotori, ma sistemi a pilotaggio remoto; non più addestramento elicotteristico, ma formazione avanzata per droni militari.

Secondo gli annunci, la scuola sarà aperta a tutte le Forze Armate, e punta a diventare un punto di riferimento nazionale per l’addestramento in un settore in forte crescita non solo dal punto di vista bellico, ma anche tecnologico e — potenzialmente — civile.

Per il territorio frusinate significa: nuovi investimenti, opportunità di lavoro (tecnici specializzati, manutenzione, supporto logistico), ma anche un cambiamento dell’identità: da città d’elicotteri a città di droni.

Ma che ruolo ha Viterbo nella trasformazione?

Il trasferimento della “Scuola Volo Elicotteri” da Frosinone a Viterbo non è una casualità: nella riorganizzazione delle forze dell’Aeronautica Militare, la formazione tradizionale viene concentrata altrove, liberando lo scalo del Moscardini per le nuove esigenze operative.

Così Viterbo rafforza il proprio ruolo aeronautico e formativo, mentre Frosinone si riqualifica puntando sui droni. In questo passaggio — dettato anche dalle nuove minacce globali e dalle esigenze moderne di difesa — emerge una strategia di ampio respiro, che coinvolge diverse aree del Lazio.

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Vecchio e nuovo: tra radici e innovazione

La notizia ha suscitato approvazione locale: secondo rappresentanti politici e istituzionali, la nascita della scuola droni “salva” la vocazione militare di Frosinone, trasformando un potenziale smantellamento in un rilancio strategico.

E sul piano più ampio, la trasformazione riflette come il Lazio — già da tempo centrale nella difesa, nelle forze armate e nell’industria aeronautica — si stia adattando a scenari globali dove tecnologia, remotizzazione e innovazione sono la parola d’ordine.

Per Frosinone, il cambiamento non è solo logistico o militare: è anche simbolico. È il segno che la città — e con essa parte del Lazio — non rinuncia all’identità aeronautica, ma la aggiorna, aprendosi a nuove possibilità.