Roma – Esplosione a Primavalle: undici misure cautelari, il via libera sarebbe partito dal carcere di Viterbo

Ieri gli undici arresti relativi alla gang esecutrice dell’attentato dinamitardo avvenuto a giugno

ROMA – È stato un detenuto del reparto di alta sicurezza del carcere di Viterbo, secondo gli investigatori, ad autorizzare l’attentato esplosivo che il 30 giugno ha devastato l’ingresso di una palazzina Ater nel quartiere Primavalle, a Roma.

L’inchiesta della procura di Roma e della procura per i minorenni ha portato all’esecuzione di undici misure cautelari nei confronti di sei adulti e cinque minorenni, tutti romani, accusati a vario titolo di tortura, sequestro di persona, tentata estorsione, porto abusivo di esplosivo e danneggiamento aggravato. L’indagine, condotta dai carabinieri sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, ha fatto emergere l’esistenza di un gruppo criminale radicato tra Torrevecchia e Primavalle, responsabile non solo dell’attentato ma anche di violenze efferate legate a debiti di droga e motivi personali. Dalle ricostruzioni emerge che le vittime venivano prelevate dalle proprie abitazioni, bendate e condotte in un garage della zona Massimina, dove restavano legate per ore subendo pestaggi, minacce e persino ustioni provocate con acqua bollente.

Il filone investigativo che ha portato agli arresti ha preso forma a marzo, dopo il fermo di un giovane per detenzione di droga: da quel momento sono stati raccolti riscontri su due episodi di tortura e sequestro avvenuti a gennaio, fino a risalire al presunto mandante dell’esplosione, individuato tra i detenuti del carcere viterbese, e ai presunti esecutori materiali. All’alba del 9 dicembre i carabinieri hanno dato esecuzione ai provvedimenti: i sei maggiorenni sono stati trasferiti in carcere, mentre per i cinque minorenni sono scattate misure in istituto penale o in comunità, a seconda della posizione di ciascuno.