Viterbo – Condanna salata per il Comune: oltre 100mila euro per bollette non versate

Amaro regalo natalizio per i viterbesi. Si tratterebbe di un “disguido amministrativo” risalente al 2021, ormai divenuto un debito oneroso per la città

Viterbo – Un disguido amministrativo risalente al 2021 si è trasformato in un oneroso debito per il Comune di Viterbo. Il mancato pagamento di fatture relative all’energia elettrica ha portato l’ente a una condanna in primo grado che lo obbliga a versare oltre 102mila euro. Una cifra che emerge in Commissione Bilancio, dove la maggioranza è stata chiamata a discutere l’approvazione del conseguente debito fuori bilancio.

L’ammontare iniziale non corrisposto per le bollette era di circa 68mila euro. Tuttavia, come ha illustrato l’assessore all’Ambiente, Giancarlo Martinengo, la vicenda è degenerata a causa di una presunta inefficienza interna: solo alcune delle fatture sarebbero risultate acquisite dal sistema comunale.

Il contenzioso legale, scaturito dal mancato saldo, ha fatto lievitare la somma di ben 34mila euro, tra interessi maturati e spese legali. Un aumento che l’opposizione ha giudicato inaccettabile, chiedendo chiarezza sull’intera gestione del procedimento.

L’ex assessore Letizia Chiatti (Gruppo Misto) ha espresso forte indignazione sulla dinamica che ha portato a tale cifra, mentre Alvaro Ricci (PD) ha messo sotto accusa la scelta della Giunta di presentare appello alla sentenza.

“Siamo contrari a ricorrere in appello,” ha dichiarato Ricci, definendo la battaglia legale una “partita persa” e un potenziale spreco di denaro pubblico. “Se le fatture sono in qualche modo rintracciabili e la prestazione è stata ricevuta, il Comune deve saldare subito. Continuare in giudizio significa solo far salire gli interessi e rischiare il danno erariale.”

A rendere la situazione ancor più confusa e tesa sono state le dichiarazioni emerse riguardo la comunicazione:

  • Mancanza di Solleciti: Diversi consiglieri, tra cui Laura Allegrini (FdI), si sono chiesti come sia possibile che la società creditrice non abbia mai sollecitato un debito di tale entità (68mila euro) prima di avviare l’azione legale.
  • Sentenza Ignota: Dall’Ufficio Legale sarebbe emerso che la notizia della condanna sia giunta solo “per puro caso”, in quanto la sentenza non sarebbe stata notificata regolarmente all’amministrazione.

La discussione si è conclusa con l’amara riflessione di Giulio Marini (FI Udc Fondazione): “I consiglieri sono chiamati a votare un debito fuori bilancio che deriva chiaramente da errori gestionali di qualcuno. Si faccia luce su chi ha sbagliato”.

L’episodio, che ha messo in luce falle procedurali significative, si è concluso con un piccolo fuori programma: l’assessore Martinengo è inciampato e caduto alla fine della seduta, rialzandosi subito. Un metaforico inciampo che, per le finanze comunali, ha un costo ben più elevato.