Tarquinia – Presepe, cercasi figuranti last minute. Il popolo “chiede” a Francesco di fare Giuseppe

Ennesima “Caporetto” dell’amministrazione Pro-Pal che dopo le polemiche riammette il Presepe Vivente ma senza popolo e figuranti

TARQUINIA – Dopo le feroci polemiche seguite all’annullamento del presepe vivente, a Tarquinia è arrivato il prevedibile dietrofront. Qualche giorno fa l’amministrazione comunale ha annunciato che la storica rappresentazione natalizia non è stata cancellata, ma soltanto “ridimensionata” e trasferita in una nuova sede: il convento delle Benedettine.

Una soluzione tampone, presentata come un compromesso virtuoso, che però oggi mostra tutte le sue crepe.

Il problema è semplice e insieme imbarazzante: il presepe c’è, ma mancano le persone. Gran parte di quei cittadini che per anni hanno partecipato con entusiasmo, sacrificando tempo, ferie e risorse personali, ha deciso di dare forfait. Troppo tardi, troppo male, soprattutto dopo settimane di incertezze, annunci e smentite che hanno logorato un tessuto di volontariato già messo a dura prova.

E così, mentre il Comune prova a salvare la faccia, parte l’appello last minute. Il Comune di Tarquinia e l’Associazione Presepe Vivente stanno ora invitando i cittadini a partecipare come figuranti alla nuova edizione della rappresentazione, in programma il 26 dicembre 2025 e il 6 gennaio 2026. Un invito aperto a tutti coloro che desiderano “contribuire alla realizzazione dell’iniziativa”, storicamente tra gli appuntamenti più sentiti del Natale tarquiniese.

Sui social, come sempre, il dibattito è acceso e la fantasia galoppa. C’è chi propone soluzioni pratiche e chi, invece, affonda il colpo con ironia.

Qualcuno suggerisce che il sindaco Francesco Sposetti potrebbe ricoprire l’ambito ruolo di San Giuseppe, figura centrale, silenziosa ma determinante.

Altri immaginano anche la figura di Melchiorre, uno dei tre Re Magi, colui che portò l’oro, simbolo di regalità e ricchezza. Un ruolo che – scrivono malignamente – “calzerebbe a pennello” con il nuovo ereditiero di Tarquinia, Emanuele Scomparin, il cui padre ha ereditato un villone a Marina Velca, oggi in vendita alla “modica” cifra di 650mila euro.

Per le figure femminili, notoriamente le più ambite, le proposte non mancano: dalla consorte del sindaco alla suocera, passando per tutte quelle che durante la campagna elettorale si battevano il petto in nome della tradizione, della cultura e dell’identità cittadina. No Pini – No Party. Del resto, se il presepe è anche rappresentazione della comunità, perché non attingere direttamente dalla cerchia del potere?

Al netto delle battute, resta un dato oggettivo: la rievocazione storica si svolgerà per la prima volta negli ambienti del convento delle Benedettine, un luogo di grande valore storico e artistico, solitamente non accessibile al pubblico. Una cornice suggestiva, certo, ma che non basta da sola a supplire all’assenza del vero motore dell’evento: i figuranti.

L’amministrazione comunale e l’associazione organizzatrice sottolineano l’importanza dei volontari, chiamati a dare vita alle ambientazioni della Betlemme antica attraverso mestieri, scene di vita quotidiana e ricostruzioni storiche. Senza di loro, il presepe rischia di ridursi a una passerella statica, più simile a un’esposizione museale che a una rievocazione viva e partecipata.

Per aderire è possibile contattare il numero 329 635 1828. Ma qui emerge l’errore più macroscopico: i volontari si cercano mesi prima, non a ridosso dell’evento. Il presepe vivente non si improvvisa, si costruisce nel tempo, alimentando fiducia, entusiasmo e senso di appartenenza. Tutti elementi che le polemiche hanno progressivamente eroso.

Alla fine, la realtà presenta il conto. Le proteste hanno spinto l’amministrazione a fare un passo indietro, ma il passo indietro è arrivato tardi. E oggi Tarquinia rischia di avere un presepe senza popolo, simbolo perfetto di una gestione che ha sottovalutato il valore della partecipazione e ora ne paga le conseguenze.