Terracina – Inchiesta su scambio elettorale politico-mafioso: arrestato anche il consigliere De Gregorio

Il consigliere comunale era stato eletto nella lista a sostegno del sindaco Giannetti

TERRACINA – C’è anche un esponente della maggioranza consiliare tra le persone finite sotto misura cautelare nell’operazione condotta questa mattina dai carabinieri tra Terracina, San Felice Circeo, Napoli e Roma. L’inchiesta ha portato alla luce un presunto sistema di scambio elettorale politico-mafioso, oltre a ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbativa d’asta.

Tra gli arrestati figura Gavino De Gregorio, consigliere comunale eletto nella lista a sostegno del sindaco Giannetti, per il quale è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. In manette anche Eduardo Marano, ritenuto vicino al clan camorristico Licciardi e inserito nell’alleanza di Secondigliano. Secondo gli inquirenti, De Gregorio avrebbe chiesto e ottenuto da Marano un sostegno elettorale in occasione delle amministrative di Terracina dello scorso maggio.

L’operazione, che rientra nell’indagine denominata “Porta napoletana”, ha portato inoltre all’arresto di Michele Minale, agente immobiliare di Terracina. Per un commercialista è stato disposto il divieto di esercizio della professione per dodici mesi, mentre per un altro soggetto, indicato come prestanome, è scattato l’obbligo di firma.

L’attività investigativa, condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Latina e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, copre un periodo compreso tra giugno 2022 e ottobre 2023. Ventisei mesi di intercettazioni avrebbero consentito agli investigatori di ricostruire la presenza e l’operatività di ambienti camorristici nel territorio pontino, nonché l’inserimento di soggetti legati al clan Licciardi nel contesto economico, politico e sociale di Terracina.

Secondo quanto emerso, oltre al presunto patto elettorale, gli indagati sarebbero coinvolti in episodi di minacce e violenze ai danni di una vittima, costretta a versare somme di denaro in relazione a un precedente prestito di natura usuraria. L’inchiesta avrebbe inoltre accertato l’esistenza di un sistema di intestazioni fittizie di beni – immobili, quote societarie e attività commerciali – distribuiti tra Napoli, Terracina, San Felice Circeo e Roma, con l’obiettivo di eludere eventuali misure di prevenzione patrimoniale.

Al termine delle indagini sono scattati anche sequestri preventivi finalizzati alla confisca per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro. I provvedimenti hanno riguardato sette locali commerciali che costituiscono un’intera galleria, un bed and breakfast, venti unità immobiliari e tre terreni.

Parallelamente, i carabinieri del comando provinciale di Latina stanno notificando avvisi di garanzia a undici persone, indagate a vario titolo per reati che vanno dal trasferimento fraudolento di valori all’autoriciclaggio, fino alla corruzione e alla turbativa della libertà degli incanti. Le loro posizioni sono state esaminate dall’autorità giudiziaria nell’ambito di uno stralcio del procedimento principale.

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