MONTEFIASCONE – Doveva essere l’ultimo Consiglio comunale dell’anno, quello del 30 dicembre, ma si è trasformato ancora una volta in un confronto acceso dai toni ben lontani dal dibattito istituzionale.
Protagonisti dello scontro, ormai ricorrente, il consigliere Michele Sances e il capogruppo di maggioranza Renato Trapé, entrambi appartenenti alla stessa area politica ma da tempo su posizioni sempre più distanti.
A innescare la miccia è stato il dibattito sulla mozione presentata dall’opposizione in merito al riconoscimento di Israele, un tema che nelle sedute precedenti aveva già visto Sances esporsi in maniera netta, spesso in solitudine. Il clima in aula si è fatto teso sin dall’inizio: mentre Sances stava prendendo la parola, Trapé lo ha interrotto ammonendolo ad “attentare a quello che avrebbe detto”, senza neppure abbassare la voce, lasciando subito intendere il livello dello scontro.
Al termine dell’intervento di Sances, la situazione è degenerata. I due consiglieri, costretti a condividere lo stesso microfono, hanno dato vita a un botta e risposta carico di nervosismo. Trapé ha liquidato le affermazioni del collega definendole “fregnacce”. Sances ha cercato di replicare avvicinandosi al microfono, ma a quel punto il capogruppo di maggioranza ha perso il controllo, arrivando a urlare: «Non provare a strapparmi il microfono! Se ti avvicini ti mollo una pizza».
Una frase che ha gelato l’aula e che, da sola, restituisce la misura del degrado del confronto politico locale. Sances, senza alzare i toni, ha atteso la conclusione dell’intervento di Trapé, ricordando con calma come, condividendo lo stesso microfono, fosse inevitabile avvicinarsi per poter parlare. Ha quindi chiesto pubblicamente in che modo le sue affermazioni potessero essere considerate “fregnacce”. Alla domanda non è seguita alcuna risposta.
Il voto finale ha aggiunto un ulteriore elemento di contraddizione: Trapé ha espresso parere favorevole alla mozione dell’opposizione, rafforzando l’impressione di una frattura politica ormai evidente anche all’interno della maggioranza.
Un episodio che va oltre il singolo momento di tensione e che racconta un conflitto più profondo. Sances appare sempre più isolato, ma proprio per questo sempre più scomodo. E dietro la convergenza, spesso silenziosa, di maggioranza e opposizione, non è difficile intravedere il tentativo di contenere una voce fuori dagli schemi, capace di mettere in discussione equilibri consolidati.
Perché, come spesso accade, chi non detiene il potere diventa davvero pericoloso quando inizia a farsi ascoltare.

