Non era un aereo “nel senso stretto del termine”, non era in grado di manovrare o di difendersi (anche fuggendo), non aveva piloti a bordo e non trasportava “un carico utile”. Era assai lento nel procedere ed era grande come un’auto.
Ma allora che diavolo era l’oggetto volante non identificato (già, un Ufo) che è stato abbattuto da un missile aria-aria Sidewinder lanciato da un F-22 Raptor nei cieli dell’Alaska? E perché gli Stati Uniti hanno reso noto l’azione di attacco, ma non ancora rivelato di che oggetto si tratti anche se il bersaglio è stato visto da piloti di F-35 e di F-22 che conoscono a memoria il profilo di centinaia di velivoli?
Detto che in questo caso, almeno fino alle conoscenze attuali, pare più attinente parlare di Ufo che di Uap, il nuovo acronimo prediletto dal Pentagono, ovvero Fenomeni aerei non identificati, perché riguarda una gamma più vasta di misteriose epifanie, le poche indicazioni fornite per adesso lasciano ipotizzare che si trattasse comunque di un pallone sonda, sia pure assai più piccolo di quello cinese tirato giù dall’Usaf nello stesso modo sull’Atlantico dopo che il velivolo “grande come tre autobus” aveva compiuto un bel tour sopra gli States. In quei giorni c’era stato un lungo tira e molla, anche politico, sulle sorti di quell’indifeso presunto spione che di fatto è stato distrutto in favore di telecamere e con grande dispendio di mezzi solo dopo che non aveva più terraferma sotto di lui.
In realtà di pericoli gli americani non ne hanno mai corsi perché “il carico utile” (pay load) era ben poca cosa: per gli Usa, che hanno recuperato i rottami e li stanno studiando, si tratta di attrezzature per spiare, per i cinesi di materiale per esperimenti legati alla meteorologia. Ora quel grande pallone spia cinese (60 metri di diametro), destinato a volare nella parte più bassa della stratosfera (che va dai 15 ai 60 chilometri di quota), si era presentato in maniera molto più sfacciata dell’Ufo abbattuto nelle ultime ore. L’hanno visto in tanti e l’hanno pure fotografato, mentre gli scenari dell’Alaska, e in inverno poi, sono assai più rarefatti, il che lascia il modo al Pentagono di prendere tempo, di non dire tutto quello che sa di quell’oggetto i cui rottami sono finiti su un lago ghiacciato nell’estremo nord dello stato più gelido degli Usa. Forse era un piccolo drone? Passi per le piccole dimensioni, ma un drone è pilotabile appunto da remoto. Forse un drone di cui il proprietario aveva perso il controllo?
Gli americani hanno riferito che l’Ufo si trovava a circa 13 chilometri di quota, effettivamente un’altitudine raggiunta anche da molti aerei di linea, anche da quelli che usano rotte polari, e che quindi era meglio abbatterlo. Giustificazione invero deboluccia.
Certo, se fosse cinese anche quest’ultimo “incursore” i rapporti fra Pechino e Washington si raffredderebbero ulteriormente.
Ma parchè si usano questi palloni-sonda in chiave militare? Detto che l’uso di mezzi più leggeri dell’aria per usi militare risale alla fine del Settecento ev che gli Stati Uniti in epoca moderna sono stati fra i maggiori utilizzatori di palloni-spia, l’uso attuale non è tanto legato alla possibilità di carpire informazioni: per quelle bastano e avanzano i satelliti.
E poi i palloni-sonda come quello cinese vengo affidati ai venti e si può al più regolarne la quota per intercettare questa o quella corrente, ma, insomma, il percorso resta in gran parte a sorpresa.
Epperò, rispetto ai satelliti o agli aerei-spia (il più strabiliante è stato il Blackbird americano capace di volare a 3 volte del suono e che costava più che se fosse stato costruito tutto in oro) che richiedono grandi investimenti, i palloni-sonda sono ultraeconomici e permettono di lavorare su grandi numeri per ottenere infine qualche risultato.
Quale risultato? Più che le fotografie, che pure le attrezzature appese sotto i palloni scattano, quei palloni servono in particolare a testare le difese nemiche: tempi di reazione, capacità di intercettare, mezzi impiegati per il contrasto. E’ quello che capita spesso con il voli a bordo confine molto usati dai russi: si mandano un paio di caccia al limite dei confini o magari nelle (relative) vicinanze di aerei o navi dei rivali costringendoli a far alzare i loro caccia in scramble (decollo rapido). E’ un po’ il gioco delle parti, perché gli intenti sono dichiarati da entrambe le parti.
Spendendo poco con i palloni sonda si raccolgono un sacco di informazioni, ma mica solo da questi giorni. Dal 2004 al 2021 il Pentagono, lo ha rivelato in un rapporto diffuso nel 2021, ha intercettato almeno 144 Uap alcuni dei quali attribuibili a palloni e dirigibili (più manovrabili) certamente non americani.
Solo che in passato queste notizie non sono state ritenute degne di essere subito diffuse, ora invece i rapporti fra Usa e Cina evidentemente consigliano altre strategie alla Casa Bianca,
E perché per abbattere un pallone-sonda viene usato il caccia più avanzato e più costoso di sempre dell’Usaf (140 milioni di dollari per esemplare) e un missile Aim-9 Sidewinder da 500mila euro, tarato appositamente per esplodere anche senza il contatto con parti resistenti? Da una parte c’è l’esigenza anche propagandistica di dare qualche compito a questo velivolo talmente avanzato (quinta generazione, come l’F-35) che gli Usa hanno deciso di non venderlo neppure agli alleati. In servizio da 20 anni è stato raramente usato in teatri bellici (dal 2014 in Siria, ad esempio) e solo per ricognizioni o per bombardamenti al suolo. Quel pallone è di fatto il primo bersaglio centrato in cielo da un F-22 anche se il pilota non se ne vanterà troppo.
Non basterebbe una più economica raffica con i cannoncini Vulcan da 20 millimetri? Forse sì, forse no. A parte che sarebbe meno scenografico, in passato si è notata l’estrema resistenza di questi palloni: i missili li attraversano senza esplodere perché non trovano resistenza e i buchi causati dalle raffiche non fanno sgonfiare abbastanza rapidamente il pallone-sonda.