Impianto educativo azzerato. Opposizione compatta su mancanza di concertazione e sistema in tilt
VITERBO – “Senza bambini non c’è futuro”. Inizia con queste parole del nuovo presidente del consiglio comunale Marco Ciorba il consiglio straordinario aperto. All’ordine del giorno: fare chiarezza sul pasticcio dei bonus asili nido che ad oggi vede le famiglie senza la certezza di poterlo ottenere, e gli stessi asili nido senza la certezza sul numero degli iscritti, di coloro cioè che rimarrebbero anche senza il beneficio dell’aiuto economico. Anche loro in consiglio comunale.
Breve l’intervento della sindaca Chiara Frontini convinta che da questo incontro usciranno valide proposte. “L’ascolto ha sempre rappresentato un nostro punto di forza ed oggi siamo qui per questo”.
Peccato che ad averlo richiesto siano stati i gruppi d’opposizione, dopo aver gridato più volte gli errori in essere all’assessorato alle politiche sociali.
“Abbiamo voluto questo consiglio straordinario perché era giusto ascoltare le parti in causa, avremmo preferito che non ci fosse stato bisogno. Dopo le nostre osservazioni avreste dovuto fare dietro front. Invece siete arrivati a pubblicare l’avviso e poi modificarlo.
La novità può essere positiva quando effettivamente lo è, siamo invece ancora di fronte alla richiesta di tutti i bonus, quello dell’Inps, quello regionale che è temporaneo, per poter poi accedere a quello comunale. Perché Notaristefano non ha incontrato prima della delibera le parti interessate? Tutto senza concertazione ecco perché lo avete modificato. Se aveste parlato prima non saremmo qui oggi. Possibile che ogni volta l’opposizione deve far presente gli errori? Non si può andare avanti così”.
Afferma la consigliera Alessandra Troncarelli, che apre gli interventi che seguiranno sulla stessa linea.
Sistema educativo azzerato, modus operandi errato e concertazione zero, sono le parole che maggiormente ricorrono nelle domande dei presenti, uniti nel comune pensiero che non si possono cambiare linee d’intervento due mesi prima dell’apertura dei nidi.
Goffredo Sepiacci (Aninsei) associazione che raccoglie a livello nazionale 450 strutture educative è’ interessato alla ricaduta sul settore occupazionale e fa presente la sua osservazione: “Non possiamo dare stabilità al personale senza la certezza delle iscrizioni”, problema non di poco conto per chi deve barcamenarsi con entrate e numeri.
La consigliera Sberna che è stata assessore ai servizi sociali, non condivide nulla di quanto stabilito dall’assessora Patrizia Notaristefano: “Tempi, modi e toni, tutto sbagliato. Le famiglie si devono organizzare. Se il sistema delle convenzioni è stato cambiato non potete comunicarlo alle famiglie a luglio, prima di fare certe scelte bisogna conoscere bene le normative”.
Mentre per il consigliere Micci questa amministrazione “ha agito come un trattore su temi così delicati. Non è possibile stravolgere un sistema che funzionava da oltre vent’anni senza ascoltare le parti convolte. I cambiamenti vanno bene se concertati“.
“Sensibilità non percepita se il 18 luglio siamo qui con famiglie che hanno madri lavoratrici che ancora non sanno quale sarà il loro destino. Certi errori non devono accadere sulla pelle di famiglie e minori” tuona Ciambella.
Il mancato confronto in consiglio comunale su temi cosi importanti è l’accusa mossa da tutta l’opposizione.
Come ha rimarcato il consigliere Alvaro Ricci: “L’assessora Notaristefano non si è confrontata né con le strutture interessate, né con il consiglio comunale. Dalle colleghe che sono molto preparate nel settore (Sberna e Troncarelli ndr) avrebbe potuto imparare molto. Proprio loro le hanno fatto notare le modifiche che poi ha apportato alla delibera. Le rivoluzioni si fanno ma nei tempi e nei modi giusti”.
Il consigliere Ricci però ha anche altre perplessità.
“Quanto peserà in bilancio e dove saranno reperite le risorse per i bonus? E i 90 mila euro di contributo “dalle” famiglie cosa significano? Potevate aspettare un anno e fare le cose in tranquillità. In questa maniera chi iscriverà il proprio figlio in un asilo e poi si vedrà rifiutato il bonus, (perché non è detto che sia garantito) sarà costretto a portarlo via?“.
“Non si sbaracca tutto in nome del cambiamento. Stop alle convenzioni, si è passati, in fase sperimentale per i nuovi, al contributo diretto. Mandando in tilt il sistema“. Chiosa Sberna.
Poi c’è il problema del costo delle rette.
Le famiglie infine avranno pure i bonus, ma non è detto che le rette rimarranno le stesse, finora calmierate da asili convenzionati tra accordi sindacali e Patto sociale, a fronte degli attuali 840 euro per 8 ore di fruizione secondo quanto deciso dalla regione.
“Ora senza convenzioni ma con i soldi dati direttamente alle famiglie la cosa si complica” ha sottolineato Micci.
“State distruggendo senza costruire, avete agito senza avere una visione. Affossare un sistema che funziona a cosa serve?” l’ultimo affondo di Sberna.
Infine all’assessora Notaristefano, con la calma più totale, il diritto di replica: “Un bando assolutamente valido copriremo l’esigenze di 250, 270 famiglie. Non abbiamo fatto dietrofront, abbiamo incontrato famiglie e asili dopo la prima stesura del bando e poi lo abbiamo modificato, integrandolo per ampliare le opportunità. e lavorare su una pluralità di nidi che comprende anche i non convenzionati. contribuendo ad innalzare il livello di qualità dei servizi educativi. Fino a ieri abbiamo ricevuto 85 domande di cui tra i 47 e 49 dello scorso anno e 27 accolte per le strutture comunali a fronte di 113 domande.
Sappiamo a cosa andiamo incontro sono serena non crollerà nessun sistema“.
Tante domande e poche risposte, ma aspettiamo l’inizio delle scuole per vedere il futuro (scolastico) di questi bambini, così come auspicato dal neo presidente del consiglio Marco Ciorba.
Benedetta Ferrari