FROSINONE – L’Ater di Frosinone è stata commissariata con deliberazione approvata dalla giunta regionale ieri mattina.
Dietro il commissariamento dell’azienda ciociara, però, c’è tanto altro. Non è un semplice atto per il superamento di una fase di stallo ma un vero atto d’accusa alla gestione uscente.
Nella delibera approvata in regione, infatti, si evince che per l’Ater Frosinone si è intrapresa una procedura completamente diversa dalle altre aziende laziali. Il commissariamento dell’Ater provincia di Frosinone – originariamente previsto per far fronte alla decadenza del Consiglio di amministrazione uscente fino alla costituzione del nuovo organo amministrativo (in base alla citata DGR 237/2023) –, infatti, è stato disposto per far fronte a “situazioni che pregiudicano il regolare funzionamento dell’ente”.
Conseguentemente si è ritenuto opportuno invitare la direzione competente per materia a revocare, per la sola Ater ciociara, la procedura disposta con determinazione della direzione regionale per le politiche abitative e la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica n. G06950 del 19 maggio 2023. Nella citata determina, si è deciso di approvare gli avvisi pubblici per la selezione dei presidenti delle aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica, della provincia di Rieti, della provincia di Viterbo, della provincia di Roma, del comprensorio di Civitavecchia, del comune di Roma, della provincia di Frosinone e della provincia di Latina.
La disastrosa gestione dell’Ater di Frosinone ha convinto la giunta regionale a fare retromarcia. Solo per Frosinone.
Per una serie di motivi che, dalla lettura dell’atto, sembrano essere solo la punta dell’iceberg.
La documentazione contabile dell’Ater della provincia di Frosinone rileva una mole di crediti verso clienti in costante crescita, a fronte di un fondo svalutazione che risulta diminuire nel tempo, questione osservata ed eccepita anche dal collegio dei revisori in sede di approvazione dei bilanci rilevando come la continuità aziendale appare fortemente compromessa.
Inoltre, i bilanci di esercizio dell’Ater della provincia di Frosinone evidenziano un costante deterioramento della situazione finanziaria netta con un crescente ricorso all’indebitamento bancario. Si aggiunga, poi, che ad oggi non risulta approvato il bilancio di esercizio relativo all’annualità 2022.
I problemi non finiscono qui. Nei giorni scorsi, negli uffici della giunta regionale, è stata recapitata una comunicazione da parte dell’ANAC, intervenuta successivamente all’avvio della procedura di selezione dei presidenti delle aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica, riguardante l’avvio di un procedimento di vigilanza relativa alla gestione amministrativa dell’Ater della provincia di Frosinone.
Nella delibera della giunta regionale, inoltre, si legge a chiare lettere “che l’acclarata criticità economico-finanziaria e amministrativa-gestionale, potrebbe pregiudicare il regolare funzionamento dell’Azienda e che tale fattispecie costituisce, ai sensi del comma 2 dell’art. 34, Legge Regionale n. 12 del 2016, autonoma causa di commissariamento”.
Solo per l’azienda ciociara, dunque, arriva il commissariamento per un periodo di un anno eventualmente rinnovabile, per l’esercizio temporaneo delle funzioni previste, dalla legge e dallo statuto, in capo al presidente e al consiglio di amministrazione dell’azienda, con il compito di procedere anche ad una puntuale ricostruzione delle attività e passività dell’azienda, nonché alla verifica delle procedure amministrative adottate e seguite nello svolgimento della gestione aziendale.
La guardia di finanza aveva messo le mani sulla gestione dell’ex direttore generale andando a verificare incarichi, gestione dei fondi del Pnrr e delle gara d’appalto, assunzioni, concorsi.
Il sostituto procuratore Samuel Amari, dopo un esposto, ha delegato la Guardia di Finanza a fare chiarezza sui rapporti tra l’azienda che si occupa dell’edilizia pubblica e la Confservizi Lazio, un’associazione (ma di fatto un ente di diritto privato) che fornisce servizi agli enti pubblici associati.
Alla Confservizi, secondo l’esposto sul quale stanno lavorando gli inquirenti, sono stati assegnati, senza gara, moltissimi procedimenti. Procedimenti che interessano la gestione dei progetti con fondi Pnrr e Superbonus, quella degli appalti per la manutenzione degli immobili, il servizio di stazione appaltante, la selezione di personale, l’organizzazione dei concorsi che si sono svolti di recente per 9 assunzioni a tempo indeterminato. Prestazioni che ovviamente la Confservizi non ha svolto a titolo gratuito con pagamenti fatti anche a favore di una società collegata, la Confservizi Cispel srl.