Milioni di fedeli nel corso dei secoli hanno potuto vedere con i loro occhi la Sindone, durante le diverse Ostensioni pubbliche fatte (l’ultima in ordine di tempo risale al 2010 con oltre due milioni e mezzo di presenze).
Davanti a quel telo di lino che mostra l’immagine di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e colpito con una lancia al costato, non ci si può non emozionare e partecipare di quel dolore. L’Uomo della Sindone ancora oggi interpella i credenti e non alla luce dei racconti evangelici.
E se le prime foto scattate al Sacro Lino da Secondo Pia il 25 maggio 1898 permisero di vedere l’immagine nitida dell’Uomo che venne avvolto in quel lenzuolo e deposto nel sepolcro, e se gli studi della Nasa nel 1976 dimostrarono che quell’immagine ha proprietà tridimensionali, ora quel corpo e quel volto diventano la ricostruzione a grandezza naturale di quell’Uomo.
È quanto propone la mostra intitolata “The mistery man”, realizzata dall’artista spagnolo Alvaro Blanco – e sviluppata dalla ditta ArtiSplendore – dopo quindici anni di ricerche condotte dal punto di vista scientifico e forense su quell’immagine del Telo, che è custodito in una teca nel Duomo di Torino. Studi che hanno portato a realizzare un corpo tridimensionale e iper realistico dell’Uomo della Sindone, con il segno delle ferite dei flagelli, dei chiodi e del costato. Un impatto forte per chi visita questa mostra, ospitata – dal primo agosto scorso fino al 7 gennaio 2024 – nella Chiesa di San Domenico a Chioggia (in provincia di Venezia). Davvero un viaggio unico, che utilizza la scienza, l’arte e l’archeologia.
Infatti la mostra, inaugurata a Chioggia alla presenza del vescovo Giampaolo Dianin e del sindaco Mauro Armelao, offre al visitatore un percorso di avvicinamento all’ultima sala che ospita il corpo tridimensionale dell’Uomo della Sindone. Si tratta di sei sale espositive per una superficie complessiva di 600 metri quadrati. Si parte con una prima sala dedicata alla figura di Gesù di Nazaret, seguita dalla seconda tematica sulla sua condanna a morte. Qui il visitatore troverà anche oggetti legati alla flagellazione di Gesù, alla sua incoronazione di spine, alle lance in uso ai soldati romani che eseguivano le condanne a morte ai tempi di Gesù e persino con le monete (riprodotte) con cui venne ricompensato il tradimento di Giuda.
La terza sala è dedicata alla comparsa della Sindone, che la tradizione vuole essere il lenzuolo in cui venne avvolto il corpo di Gesù dopo essere stato tolto dalla croce su cui è morto. Una sala ricca di immagini, foto della storia di questo Sacro Lino su cui anche la scienza moderna ha puntato la propria attenzione rilevando comunque aspetti inspiegabili sul come si sia formata quell’immagine sul telo. Si arriva così alla sala numero quattro nella quale si affronta il tema della rappresentazione del volto di Cristo nell’arte e nella pittura, ma anche il lavoro scientifico e forense, coordinato dall’artista Alvaro Blanco che ha poi dato origine al corpo tridimensionale. E se questo non bastasse la quinta sala, che precede quella con il corpo ricostruito, permette al visitatore una vera e propria immersione nell’immagine di Cristo attraverso cinquecento rappresentazioni che mostreranno l’evolversi dell’iconografia di Gesù nei secoli. Infine “l’incontro” con il corpo e il volto dell’Uomo presente nella Sindone.
«Una mostra non solo da guardare, ma capace di coinvolgere e commuovere» ha commentato il vescovo di Chioggia, Dianin all’inaugurazione, esprimendo la soddisfazione che sia proprio la sua diocesi ad accogliere per prima in Italia questa mostra nata nella città di Salamanca in Spagna e che gli organizzatori intendono portare in tutti e cinque i continenti. Una mostra che Francisco Moya, ceo di ArtiSplendore, è soddisfatto di aver potuto portare in Italia, «un Paese centrale per la storia della religione». Sul sito themisteryman.com informazioni sugli orari e sull’acquisto dei biglietti.