Il tecnico Sgarra con pochi giocatori raccattati chissà dove si è confrontato con la Curva Nord: “Io qui con Gaucci non sapevo niente dei guai e pasticci combinati fino ad oggi”
VITERBO – Pomeriggio di alta tensione allo Stadio Rocchi di Viterbo. Dentro il campo sportivo, ancora per poche ore, si stanno allenando alcuni ragazzi agli ordini di mister Sgarra.
Di giocatori o ragazzi con le sembianze del giocatore ne abbiamo visti pochi. Non c’era un direttore sportivo né un team manager. “Quattro scappati di casa” verrebbe da dire.
Di tifosi invece ce n’era davvero tanti. Aspettavano di vedere quel soggetto ciociario che ancora si professa presidente, Arturo Romano e “belli capelli” Luca Tillia, avvocato prestato al calcio.
Niente. Quei ragazzi con il mister ci hanno fatto anche un po’ di tenerezza. I tifosi invece erano arrabbiati di brutto. Incazzati dovremmo dire. Un numero così alto non lo si vedeva dalle partite importanti tanto è vero che dopo poco è sopraggiunta una pattuglia della Digos.
Cori e rabbia tra i tifosi: “morto de fame vattene”… “caciottaro”… “buffone…” “mbriacone” “pagliaccio…” gli epiteti più volte ripetuti e quelli che possiamo scrivere senza censura. Per il resto i tifosi hanno fatto una promessa. Se giocate col nome della Viterbese ogni partita una multa e squalifica del campo e loro, a differenza di Marco Arturo Romano, quando danno una parola la mantengono.
Contestazione dura ma senza esagerare perché quei poveri disgraziati abbandonati al loro destino non hanno colpe.