CASTIGLION DELLA PESCAIA – Passò da una base radar dell’Aeronautica che allora era strategica la verità della strage di Ustica. L’agghiacciante verità poi mai venuta davvero a galla su cosa accadde al Dc 9 dell’Itavia che precipitò con 81 persone a bordo mentre percorreva la linea tra Bologna e Palermo.
In queste ore le polemiche e le ombre su Ustica sono tornare dopo l’intervista a La Repubblica dell’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato.
«Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi – racconta – ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi».
La notte del 27 giugno 1980 accadde qualcosa nei cieli d’Italia. Qualcosa di grave che fu registrato anche dai radar di Poggio Ballone, sulla collina di Tirli, nel territorio comunale di Castiglione della Pescaia, sede del 21° Grupo Radar dell’Aeronautica militare. Quella base, buona parte smantellata nel 2014, all’epoca era un importante punto di controllo del traffico aereo. Nella seconda metà degli anni Settanta arrivò ad avere cinquecento militari.
Chi in quella notte di inizio estate del 1980 guardò i monitor vide cosa accadde, come ha detto il magistrato Rosario Priore, che indagò sulla strage. Dodici le persone connesse alla base e che morirono poi negli anni successivi, alcuni in circostanze misteriose.
Ilmaresciallo Mario Alberto Dettori (di turno al radar quella notte, trovato impiccato), il maresciallo Franco Parisi (anche lui in servizio e anche lui impiccato), il colonnello Pierangelo Tedoldi (comandante dell’aeroporto militare di Grosseto che dette l’ordine ai due F104 di decollare per raggiunere lo spazio aereo di Ustica, morto in un incidente stradale), il capitano Maurizio Gari (master controller a Poggio Ballone, morto d’infarto a 37 anni), l’allora sindaco di Grosseto Giovanni Finetti (investito) e Ivo Nutarelli e Mario Naldini, i piloti degli F104 che quella notte arrivarono a Ustica. L’ultimo volo per loro fu quello con le Frecce Tricolori, a Ramstein. Si scontrarono proprio i loro due aerei.
La base di Poggio Ballone fu fortemente ridotta appunto nel 2014. Il 21° Gruppo (che si è sciolto) lasciò il posto alla 121° Squadriglia radar remota. I monitor della sala operativa si sono spenti. Subentrarono i militari delle basi di Poggio Renatico (Ferrara) e Licola (Napoli). La base nacque nel 1967. All’inizio era poco più che una postazione in cui i militari dormivano in tenda. Poi si strutturò fino alle dimensioni degli anni Settanta.