ROMA – Mente offuscata al risveglio e nessun ricordo di quanto accaduto la sera prima. “Non mi sento bene, non riesco a coordinarmi” – questo quanto raccontato da una delle vittime al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Roma.
L’esito degli accertamenti sanitari ha poi svelato l’arcano: era stata sedata con le benzodiazepine. Nessuna delle donne stuprate da Ubaldo Manuali, il netturbino di 53 anni arrestato alla Casilina ieri mattina con l’accusa di violenza sessuale e diffusione illecita di materiale pornografico, ricorda quanto accaduto.
Non solo. L’indagato, che ora si trova ristretto nel carcere di Regina Coeli, ha immortalato le giovani durante le performance sessuali, non consensuali, condividendo successivamente alcuni video e foto in chat di gruppo. Dietro quella espressione fintamente inoffensiva, come è emerso dalle indagini, si celava in realtà un uomo capace di circuire le sue vittime. Tutte di almeno dieci anni più giovani di lui. Il modus operandi era sempre lo stesso: adescava le donne sui social, poi le invitava a cena e infine ne abusava. “Ci siamo conosciuti su Facebook e dopo un po’ abbiamo deciso di uscire”, ha raccontato una delle ragazze agli investigatori. “Abbiamo dormito assieme e, quando mi sono svegliata, lui era ancora lì, senza che fosse cambiato il suo atteggiamento”, ha aggiunto un’altra. E quando chiedevano spiegazioni sulla serata, lui le rassicurava che i rapporti intimi erano stati consensuali: “Ma come, non ti ricordi?”.
Manuali andava fiero della sua vaga somiglianza con l’attore Keanu Reeves, l’affascinante attore canadese protagonista indimenticato del film The Matrix. Ne andava fiero. Al punto da infarcire i suoi profili profili Facebook di foto con pose da divo hollywoodiano. E proprio attraverso i social è riuscito ad incontrare e stuprare le sue giovani vittime. Prove schiaccianti quelle a carico del netturbino, come riporta il Corsera: una boccetta di Lormetazepam, trovata nel corso di una perquisizione domiciliare, e le foto delle vittime, trattate alla stregua di manichini, salvate nella memoria dello smartphone in uso al 53enne.