Lo scrittore norvegese legato alla Tuscia grazie a Quartieri dell’Arte di Gian Maria Cervo
VITERBO – Jon Fosse e la Tuscia, il premio Nobel per la letteratura, legato al territorio viterbese per diverse frequentazioni artistiche. Nel 2001 per la prima nazionale di “Qualcuno arriverà” alle scuderie di Palazzo Farnese a Caprarola; nel 2003 a Viterbo, protagonista di un recital nella chiesa di Santa Maria della Salute, nello stesso anno la città ospitò la prima rappresentazione italiana della sua “Variazioni di Morte”.
Al drammaturgo, scrittore e poeta norvegese, l’elogio della sindaca Frontini, dell’assessorato alla cultura e all’educazione e dell’intera amministrazione: “Grazie alla lungimiranza e all’attenzione ai talenti contemporanei di Quartieri dell’Arte e del suo direttore artistico, Gian Maria Cervo, Jon Fosse è legato alla nostra città da una lunga, e per noi fortunata, frequentazione cresciuta di pari passo con la messa in scena, nella nostra terra, delle sue opere.
Emozionati per aver avuto da oltre vent’anni la possibilità di godere, spesso per primi nella nostra Nazione, dei frutti del suo genio, insieme alle nostre congratulazioni e tenuto conto del lungo rapporto che lo lega alla nostra città, annunciamo l’intenzione dell’amministrazione di proporre al Consiglio comunale che Jon Fosse sia dichiarato cittadino onorario di Viterbo“.
Jon Fosse
Lo scrittore e drammaturgo norvegese ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2023 per “le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile”.
Autore di più di trenta romanzi e venti opere teatrali, è considerato uno dei più importanti drammaturghi del XXI secolo. La premio è stato assegnato per la sua capacita di “dare voce all’indicibile”. Sessantaquattro anni, Fosse è considerato uno dei maestri della letteratura scandinava e della scena teatrale contemporanea e ha scritto una trentina di romanzi e oltre venti opere teatrali, tradotte in più di 40 lingue. Fosse si è laureato all’università di Bergen e ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo “Rosso, nero”, sul tema del suicidio. Tra i suoi libri anche “Melancholia” sul pittore norvegese ottocentesco Lars Hertervig e la favola moderna “Insonni”. Il suo capolavoro è considerato “Settologia”, scritto tra il 2019 e il 2021 sotto forma di monologo in cui un artista anziano parla a se stesso come a un’altra persona. Ciascuna delle sue sette parti copre un arco temporale di una settimana e si apre con la stessa frase e si conclude con la stessa preghiera a Dio.