VITERBO – E’ successo ieri sera in Via Saffi. Tanto spavento, ma fortunatamente nulla di grave per un bambino di circa 4, 5 anni che è stato addentato da un cane (tipo cavalier King), al guinzaglio con il suo padrone, che gli ha provocato una semplice escoriazione, non avendo stretto il morso, forse per giocare o forse spaventato.
Ben presto intorno al piccolo e la madre sono giunti altri connazionali di origine africana che hanno aggiunto confusione ai pianti del bambino e agli strilli della donna intenta a chiamare polizia e ambulanza, alla presenza di cane e proprietario.
Giunto sul posto, il personale sanitario ha constatato che il bambino non aveva nulla di grave e per lui l’ospedale avrebbe rappresentato un’urgenza molto minore, cioè un “Codice Verde” per il quale l’assistenza è prevista solo dopo i casi più urgenti e con il rischio di rimanere tutta la notte all’ospedale prima di essere visitati.
Formalità, controlli e accertamenti che hanno portato via circa mezz’ora di tempo a sanitari e forze dell’ordine, per una banalità che poteva essere risolta rivolgendosi ad un medico di base, ma per loro, evidentemente senza mezzi di trasporto, più semplice una telefonata per farsi venire a prendere.
Eppure sapevamo, e come noi tutti gli altri, che la richiesta d’intervento di un mezzo di soccorso sanitario va fatto esclusivamente per quelle situazioni in cui ci può essere rischio per la vita o l’incolumità e cioè: grave malore; incidente di rilievo; ricovero urgente; situazione certa o presunta di pericolo di vita, insomma niente a che vedere con l’accaduto di ieri sera che ha sottratto il mezzo di trasporto a persone che avrebbero potuto realmente averne bisogno e che invece sono spesso costrette a pagare ambulanze private per raggiungere cliniche e ospedali.
Benedetta Ferrari