Ormai nota l’ospitalità e la vision imprenditoriale di Marco Ceccobelli che ama condividere idee e risultati con colleghi, amici e addetti ai lavori
VITERBO – Una grande festa e una grande Tuscia. Questa è stata la giornata organizzata a Il Casaletto nella frazione viterbese di Grotte Santo Stefano. Il proprietario Marco Ceccobelli, fresco di chiocciola Slow Food ha voluto intorno a sé tutte le altre chiocciole del viterbese, quelle che con lui si sono ritrovate a Milano per l’ambito riconoscimento.
Storie di cucina che fanno riscoprire i territori e le loro storie fatte di piccoli ma tenaci produttori: buone, pulite e giuste, come chiede il fondatore di Slow food Carlo Petrini: “Il vero presidio dell’alimentazione del nostro Paese siete voi. Quelli a cui l’Italia deve riconoscere di aver conservato il suo patrimonio gastronomico“. Così come dichiarato due giorni fa dal ministro Lollobrigida intervenuto via web a Medioera: “Viterbo, tra le province del Lazio, è la prima per valore aggiunto nel comparto agricolo con storie di eccellenza di rilevanza nazionale e internazionale, soprattutto nelle produzioni tipiche: dall’olio, al vino, dalle nocciole e ai marroni. I suoi produttori sono un biglietto da visita nel mondo”.
Prodotti che, Piazzetta del sole di Farnese, Il Casaletto, Il Calice e la Stella di Canepina, e la Trattoria del Cimino di Caprarola, hanno saputo trasformare alla grande ed entrare così con la loro chiocciola tra le pagine della guida Osterie d’Italia 2024 di Slow Food.
Dopo la carrellata di insaccati da maialini bradi e biologici del padrone di casa si è proseguito con zuppa di ceci “dal solco dritto” e castagne, pici all’amatriciana, fagioli con le cotiche, nervetti, maccaroni canepinesi alle nocciole, crostata di ricotta, crema al basilico e biscotti secchi con nocciole della Tuscia, per poi riprendere con pizze alla susianella e fiume di vini della aziende selezionate da Slow Wine, e curati da Carlo Zucchetti, tra loro, Muscari Tomajoli, Pacchiarotti e Mottura.
Una giornata di buona cucina e tanta allegria perché, come annunciato dai quattro premiati: “Facciamo quello che sappiamo fare meglio: cucinare buono, pulito e giusto con i prodotti della Tuscia. Per rendere omaggio ai nostri produttori e alla nostra terra”.
B.F.