Dalla gamba maciullata da uno squalo al giovane di Parma ai tassisti passando per i commercianti e adesso sui social ad essere presi di mira sono la “strana coppia” televisiva
“Cerchi pure la sua prossima vittima”: Fiorina D’Alvino, la figlia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta nel Lambro dopo le polemiche per una recensione al suo locale e conseguente replica, lo ha scritto in una storia su Instagram rivolgendosi a Selvaggia Lucarelli.
La morta di Giovanna Pedretti ha scatenato l’inferno sulla giornalista civitavecchiese (classe ’74) e il suo fidanzato (potrebbe essere suo figlio) Lorenzo Biagiarelli (classe ’90).
Nel post del profilo privato Instagram Fiorina riporta la parte di una storia della Lucarelli e in rosso ha sovrascritto che “L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”.
E’ prevista per domani o giovedì prossimo, all’Istituto di Medicina legale di Pavia, l’autopsia sul cadavere di Giovanna Pedretti, la ristoratrice travolta da una tempesta mediatica e trovata morta ieri pomeriggio nel fiume Lambro a Sant’Angelo Lodigiano. La Procura ha disposto anche l’esame tossicologico.
L’inchiesta, al momento conoscitiva, dovrebbe presto diventare a carico di ignoti. L’ipotesi finora più accreditata dagli investigatori è quella del suicidio. Giovanna Pedretti e la sua famiglia non avevano particolari problemi economici.
E’ quanto emerge dalle prime verifiche delle forze dell’ordine sulla situazione patrimoniale della ristoratrice trovata ieri pomeriggio morta a Sant’Angelo Lodigiano. L’ipotesi più accreditata è quella del suicidio e in questo caso la situazione economica non dovrebbe quindi essere il motivo.
La donna e il marito avevano gestito altre attività di ristorazione in passato. In particolare la vendita di un locale aveva consentito loro di potersi permettere di non lavorare per un breve periodo.
Sono abbassate le saracinesche della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano. Non si sono più alzate da quando ieri il corpo della titolare Giovanna Pedretti è stato trovato nel Lambro. Sulle saracinesche è stato affisso un cartello che invita a “non depositare oggetti e fiori davanti alle vetrine”.
Questa volta, potrebbe essere arrivato il famoso passo oltre il limite per Selvaggia Lucarelli, che da qualche tempo sui social sta seguendo il filone del debunk delle operazioni benefiche. Le va dato il merito di aver dato il là alle indagini ufficiali su Chiara Ferragni e di aver messo alle corde numerosi “furbetti”. Ma ora che di mezzo c’è quello che sembra essere un suicidio, che le tempistiche collocano pericolosamente a ridosso di una “simil inchiesta” condotta dalla giornalista e dal suo compagno chef, forse sarebbe il caso di tacere.
Questa storia viene “debunkata” o, come si dice in italiano, confutata da Lorenzo Biagiarelli, compagno di Lucarelli. Compagno che, indossando le improbabili vesti dell’Ispettore Gadget che se la crede fin troppo, ha anche chiamato la signora per chiederle conto di quella recensione, pubblicando sui suoi social il contenuto della chiamata. Il racconto del pregresso si ferma qui, perché ora non ha nemmeno più senso sapere se fosse vera o meno quella recensione. E sì, parliamo di un commento lasciato sotto la pagina Facebook di un ristorante di provincia con meno di 20 coperti, non di un caso di truffa o di qualche reato.
Parte l’attacco dei social alla coppia di “investigatori” improvvisati. Una reazione potente, incattivita tanto quanto lo sono sempre state quelle degli utenti fomentati dai post di Lucarelli nelle sue inchieste giornalistiche. Ne è la dimostrazione il ragazzino con la gamba maciullata da uno squalo in Australia, per il quale gli amici hanno aperto (si presume) in un buona fede una raccolta fondi volontaria senza dare troppe spiegazioni. A quell’età non ci si può immaginare di finire in un tritacarne mediatico per aver chiesto anche solo un euro per aiutare un amico e non aver pensato alle pezze di accompagnamento, ai giustificativi e simili.