VITERBO – Da quale altra città poteva partire (scrive Massimiliano Conti sul Corriere), se non da quella dei papi, dal cuore nero e dalle solidi radici feudali, l’assalto al cielo bergogliano sferrato dall’“anti-papa” monsignor Carlo Maria Viganò, capo spirituale e temporale dell’ala più tradizionalista della chiesa cattolica?
La resistenza all’“eresia modernista” portata avanti da Francesco si è acquartierata sul monte viterbese della Palanzana, all’interno dell’eremo di Sant’Antonio, antico luogo di spiritualità acquisito negli anni ’60 dalla professoressa Tommasina Alfieri, fondatrice dell’Opera Familia Christi.
E’ qui, secondo quanto riportato ieri dal quotidiano la Repubblica, che i seguaci di monsignor Viganò stanno edificando una cittadella tradizionalista, il Collegium Traditionis, con chiare velleità scismatiche. Ma, dallo strappo della chiesa ortodossa a Martin Lutero, la storia della Chiesa è piena di velleità divenute realtà, e chissà che la Palanzana non debba finire sui futuri manuali scolastici tra una Wittemberg e una Avignone. Il Collegium Traditionis punta a diventare, citiamo testualmente, “una struttura di vita clericale in comune da destinare a chierici e religiosi fatti oggetto delle epurazioni bergogliane”.
La lista degli ostracizzati da papa Francesco d’altra parte è lunga e monsignor Viganò è solo l’esponente più famoso. O famigerato secondo i detrattori. Ottantatre anni, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha iniziato la guerra a papa Francesco accusandolo di aver insabbiato le denunce di abusi sessuali contro il cardinale Theodore McCarrick. Poi ha coagulato attorno a sé le correnti più reazionarie della chiesa. Repubblica lo definisce “trumpiano entusiasta, simpatizzante putiniano, convinto no-vax”. Nel suo personale “sillabo”, ovvero la lista dei peccati della modernità, c’è di tutto, il sacro e il profano: il Concilio Vaticano II e il Sinodo, il Grande Reset (il piano di ripresa economica elaborato dal World Economic Forum in risposta alla pandemia) e la globalizzazione, la Nato e l’Oms, George Soros e Bill Gates, tutti strumenti del demonio modernista da ardere in un nuovo grande falò della vanità.
L’ultimo atto eretico di Bergoglio, secondo Viganò, è stata la decisione di benedire le coppie gay. Vade retro. L’arcivescovo ha indossato i panni di Savonarola maledicendo “i servi di Satana ad iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro”.
“Da ultimo – scrive Repubblica – Viganò si è fatto riconsacrare da monsignor Richard Williamson”, ovvero il vescovo scismatico inglese “che qualche anno fa (quando era lefebvriano poi ha rotto anche con questo gruppo reazionario), dichiarò che le camere a gas dei lager nazisti erano un’invenzione”.