TARQUINIA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera del vice sindaco e assessore uscente di Fratelli d’Italia al Comune di Tarquinia Luigi Serafini: “Siamo vicini al 9 Giugno e molti si interrogano su cosa accadrà.
È il tempo dei “santini”, dei sondaggi fai da te e delle scommesse sui 224 candidati, io tra questi.
Per me, che arrivo da 5 anni come Assessore e Vicesindaco, è però anche un momento di riflessione in cui tracciare un bilancio di ciò che è stata questa bellissima ed impegnativa esperienza.
Bellissima, per il grande onore di aver potuto rappresentare la mia Città in contesti locali, regionali, nazionali e internazionali, bellissima perché fatta di anni in cui mi sono occupato di tanti settori: dai lavori pubblici ai servizi sociali, dall’agricoltura all’artigianato, dal turismo ai trasporti, dal Patrimonio al Demanio.
Anni in cui ho ascoltato e parlato con migliaia di persone, anni in cui ho seguito e scritto numerosi progetti per diversi bandi, quasi tutti finanziati e realizzati.
Anni in cui, insieme ai colleghi della Giunta e del Consiglio, ho potuto organizzare decine di eventi e, con enormi difficoltà, riportato la Fiera a Tarquinia.
Anni in cui ho contribuito a far crescere il Divino Etrusco, diventato – a detta non mia ma degli addetti ai lavori – la più importante manifestazione enologica del centro Italia, presentata per 3 anni al Vinitaly e pochi giorni fa alla Camera dei Deputati.
Ho creduto e partecipato alla nascita del Biodistretto MET a difesa di uno sviluppo sostenibile del territorio e a far ottenere a Tarquinia il prestigioso riconoscimento di Città di antica ed affermata tradizione ceramica, con l’ingresso in AiCC (l’Associazione Italiana Città della Ceramica); ho lavorato alla costituzione dell’Associazione Le Terre della Tuscia, grazie al grande impulso e alla collaborazione con una delle realtà, nel mondo del vino e non solo, più stimate e apprezzate d’Italia, la Famiglia Cotarella.
Ho lavorato per la Rete dei Comuni di Medieval Italy che, grazie anche alla nostra spinta, è arrivata a siglare un’importante convenzione con ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo con cui ho avuto il piacere di collaborare anche in altre attività, grazie al rapporto di stima e amicizia instaurato con Sandro Pappalardo, suo Consigliere di Amministrazione.
Ho partecipando come relatore a decine di convegni, congressi, borse del turismo, come la BIT di Milano, il TTg Travel experience di Rimini, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, il Vinitaly, Identità Golose di Milano. Ho seguito sino in Grecia, a Larissa, i ricercatori del CREA e del CNR per il progetto LENSES sulla sostenibilità ambientale in cui Tarquinia è stata la città pilota per l’Italia.
Ho ideato e realizzato eventi enogastronomici come “Agri EATrusco”, “Buttiamoci a pesce”, “Agrifish”, “Panperfocaccia”, “A Natale puoi”, tutte interamente finanziate da Arsial o dal Flag Alto Lazio; iniziative come “Porta buono”, per favorire l’asporto e le consegne a domicilio durante la pandemia, o come “Dal Tramonto all’Alba”, con i concerti al Porto Clementino (Tramonto) e all’Alberata (Alba), forse la più grande scommessa, vinta, del mio quinquennio.
Mostre come “Grand Tour” e “Ritorno a Fuping”; altri eventi come “Buongiorno Ceramica”, “I 60 anni delle Avventure di Pinocchio”, “CeramicAbile”.
La riapertura del Cinema, una grande intuizione del Sindaco e della Giunta, l’attivazione del Trenino Turistico con le circa 150 corse all’anno riservate ai croceristi di Civitavecchia e tanto altro ancora.
In questi 5 anni ho percorso più di 100.000 chilometri girando il Lazio e l’Italia in lungo e in largo per creare importanti reti relazionali e di scambio, per costruire progetti e far acquisire alla nostra Città una rinnovata credibilità oltre i limiti delle nostre mura. Sono stati anni anche molto difficili, costellati dal Covid e dalla crisi economica, dominati da un contesto economico drammatico e ostile. E tornando con il pensiero a ciò che è stato vedo davanti a me, oltre alle tante soddisfazioni, i diversi errori che certamente ho commesso e le scelte che più avanti si sono rilevate sbagliate.
In un percorso così lungo attraversato da migliaia di colloqui, appuntamenti e attività senza sosta, ho avuto molti riscontri positivi, sostegno, stima, amicizie vecchie e nuove, ma anche critiche e anche qualche scontro, di cui più profondamente voglio fare tesoro.
Ho visto attività commerciali chiudere, ma fortunatamente anche tante aprire. Ho visto delusione ma anche fiducia. Ho incontrato tante persone in difficoltà e non è stato possibile aiutare tutti.
Ma so per certo che tanti hanno apprezzato ove ho potuto, la mia disponibilità e persino il mio sincero sconforto nel non riuscire fisicamente a leggere i centinaia di messaggi arrivati ogni singolo giorno del mio mandato o a presenziare alla totalità delle occasioni cui sono stato invitato. Ma ho fatto del mio meglio e nel bene e nel male ho sempre messo la mia faccia in tutte le situazioni. Quelle gratificanti, quelle dovute e quelle conflittuali.
Prima di concentrarmi sul futuro, oggi ho scelto di fermarmi e guardare indietro provando a vedere, attraverso le mie stesse immagini (molte non le ricordavo nemmeno) cosa sono stato per la mia Città e cosa ha rappresentato per me questo significativo “pezzo” di vita. Senza esitazione e senza dubbi, è stato un vero onore per 5 anni lunghi e faticosissimi anni, essere assessore e vicesindaco della Città di Tarquinia, la città che amo visceralmente, in cui sono nato, ho vissuto la maggior parte del mio tempo e dove ho deciso con mia moglie Federica di crescere i nostri figli.
La prima immagine che ho scelto è quella rimasta più impressa nella mia memoria. Quella del pieno lockdown… la Città deserta, come lo era anche il palazzo comunale.
C’ero solo io, con mascherina e guanti, insieme ad una coppia che nonostante tutto aveva deciso di sposarsi e due testimoni. Fu un’emozione incredibile nonostante fosse difficile scorgere sentimenti, sorrisi, smorfie dietro quelle mascherine. Non conoscevo né lui né lei e in questo momento fatico a ricordare i loro nomi. Forse, incontrandoli oggi, non riuscirei nemmeno a riconoscerli, eppure non li dimenticherò mai. Come non dimenticherò questo periodo straordinario per impegno, per fatica, per complessità, per lavoro, relazioni, entusiasmo, per le cose avviate, per le cose imparate, per l’affetto incredibile che nonostante le difficoltà, Tarquinia mi ha dato. Grazie.”