Chiuso il primo grado. Condanne per ventisette anni. Riconosciuti i primi risarcimenti. L’ex presidente della regione Catiuscia Marini condannata a due anni di carcere
PERUGIA – “Coloro che salgono in cattedra e pontificano impartendo lezioni su come andrebbe gestita la sanità in Umbria, hanno ereditato il partito da chi oggi è stato condannato in primo grado proprio per averla distrutta.
A differenza loro, che sono garantisti a intermittenza e solo quando gli torna utile, io lo sono convintamente, ma a questo punto è evidente che ci siano delle responsabilità da parte di chi oggi ha subito una sentenza pesante. Nella convinzione di aver lavorato con serietà, fronteggiando serie difficoltà sia per colpa di chi prima di noi era chiamato a governare, sia per la pandemia che ci ha sottratto due anni, e consapevoli di dover fare ancora molto per restituire agli umbri una sanità sempre più efficace, di certo non accetteremo mai gli insegnamenti di chi l’ha ridotta in brandelli, umiliando una regione intera fino a farla diventare modello negativo a livello nazionale.
Abbiamo ancora diverse problematiche da risolvere, continueremo a metterci impegno, determinazione, serietà, e potrà anche capitare di non riuscire sempre a centrare subito gli obiettivi, ma non ci arrenderemo e ci metteremo sempre la faccia, perché una cosa è certa: noi non siamo come chi ci ha preceduti e tutto ciò che abbiamo fatto e faremo, sarà solo e unicamente nell’interesse degli umbri, tutti, nessuno escluso”. Così in una nota l’Onorevole Riccardo Augusto Marchetti, Segretario della Lega Umbria.
Catiuscia Marini, Gianpiero Bocci, Luca Barberini, Maurizio Valorosi e altri 20 imputati, coinvolti nella cosiddetta Concorsopoli della sanità umbra, per il tribunale di Perugia, sono colpevoli. Il II collegio ha ritenuto l’ex presidente della Regione Umbria responsabile di abuso di ufficio e falso (2 anni), non di associazione a delinquere. Ipotesi di reato, invece, riconosciuta a Gianpiero Bocci, ex sottosegretario degli Interni, 2 anni e 7 mesi, all’ex assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, 3 anni, e all’ex direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Maurizio Valorosi, 1 anno che si aggiunge ai 2 del patteggiamento. Assolti dall’ipotesi di associazione a delinquere i dipendenti dell’Azienda ospedaliera Rosa Maria Franconi e Antonio Tamagnini. Barberini è stato assolto dai capi d’imputazione 12 e 13 (rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e falso), mentre per un’ipotesi di abuso di ufficio sono stati rimandati gli atti ai pm, come Bocci dai capi 15 e 31 (rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio). Sono stati condannati però, per le singole contestazioni, rispettivamente a un anno e quattro mesi e un anno. Mentre per Maria Cristina Conte, anche lei ritenuta parte dell’associazione, i giudici hanno disposto il trasferimento degli atti ai pm per una nuova valutazione. Condannati anche Eleonora Capini (1 anno e 4 mesi), Marco Cotone (9 mesi e 10 giorni), Potito D’Errico (2 mesi), Patrizia Mecocci (1 anno e 4 mesi), Walter Orlandi (1 anno, 9 mesi e 10 giorni), Mario Pierotti (1 anno, 9 mesi e 10 giorni), Alessandro Sdoga (1 anno e 4 mesi), Simonetta Tesoro (1 anno e 4 mesi), Elisabetta Ceccarelli (1 anno e 4 mesi), Patrizia Borghesi (2 anni), Mauro Faleburle (1 anno e 4 mesi), Massimo Lenti (un anno e 4 mesi), Antonio Tullio (10 mesi), Alvaro Mirabassi (1 anno e 4 mesi), Domenico Riocci (2 mesi). Assolto l’attuale direttore dell’Azienda ospedaliera di Terni, Andrea Casciari, e con lui la dirigente regionale Giuseppina Fontana, Pasquale Moreno, Tiziana Ceccucci, Vito Aldo Peduto, Brando Fanelli, Milena Tomassini.