Viterbo – “Sul Ramo del lago di Vico”, tutto esaurito ai Promessi sposi “viterbesi”

Il testo, magistralmente scritto dalla docente Anna Maria Stefanini è andato in scena ad Ombre Festival con gli alunni della 5 B dell’Istituto Canevari, ora richiesto anche in provincia

VITERBO – Per la prima volta “I Promessi sposi” diventa un romanzo in… dialetto viterbese. L’insegnante della quinta elementare Anna Maria Stefanini infatti ha rivisto in chiave moderna, ed in maniera impeccabile il famoso romanzo, adeguandolo ai ragazzi della sua classe. Il dialetto come  risorsa preziosa da valorizzare e tramandare alle future generazioni, da qui la nascita del copione teatrale in “viterbese” pensato per i più piccoli ispirato al celebre romanzo manzoniano,  nella convinzione che una storia può essere raccontata con linguaggi diversi, soprattutto se è bella e senza tempo. Lo stesso romanzo poi, per diletto, si è cominciato a condurre in forme vernacolari le più varie: sono addirittura catalogate una versione ladina e una barese.

E così la docente si è detta: “Perchè non in viterbese? I ragazzi si sono divertiti un mondo a fare le prove e interpretare i personaggi manzoniani “venuti” a Viterbo”.

Nel suo testo Anna Maria Stefanini ha immaginato che il pronipote di Manzoni, Sandrino, un ragazzo nato a Viterbo, poco colto e molto vivace, avesse provato a emulare il celebre avo, riscrivendo I Promessi Sposi, ambientandolo nella Tuscia. Don Abbondio diventa un simpatico don Pino, il ramo del lago di Como è una parte del lago di Vico; la monaca di Monza un‘influencer viterbese, Perpetua, una “margolla” che “nun tene cecio” con risate a non finire da parte del pubblico.

 

L’opera teatrale “Sul Ramo del lago di Vico” è andata in scena prima al teatro scolastico dell’istituto Canevari il 28 maggio poi, a grande richiesta, il 29 maggio al teatro San Leonardo e l’8 luglio, nel programma di Ombre Festival, a piazza del Gesù, acclamato da numerosissime presenze.

“Tutti de ‘n sentimento”, i ragazzi, a piazza del Gesù, nonostante le assenze di alcuni compagni partiti per le vacanze, hanno condotto uno spettacolo divertente, esilarante, davanti al pubblico entusiasta.

Un grazie ai ragazzi della quinta B e le insegnanti Anna Maria Stefanini e Silvia Pascucci, che ha curato il canto in inglese, Maria Rosaria Grasso che si è occupata di due balletti, l’associazione Tuscia Dialettale, e il suo presidente Franco Giuliani, che li ha amorevolmente seguiti, la cantante solista Martina Matarazzo, che ha interpretato diversi brani musicali.

Imparare “facendo”

Learning by doing, imparare facendo, è il motivo didattico ispiratore della rappresentazione. I ragazzi di quinta hanno letto e commentato alcuni capitoli del vero romanzo manzoniano, hanno arricchito il lessico e riflettuto sulla modernità e attualità dell’opera, parlando in classe di violenza di genere, della quale fu vittima anche Lucia, perseguitata e fatta rapire da don Rodrigo; delle prepotenze e del bullismo; dell’uguaglianza per tutti di fronte alla giustizia, che Azzeccagarbugli non applicava; del mancato coraggio di don Abbondio, contrapposto alle azioni coraggiose di alcuni sacerdoti come don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia.