VITERBO – Con un punteggio complessivo di 88,5, l’Unitus si conferma al secondo posto tra i piccoli atenei (fino a 10 mila iscritti) nella classifica Censis 2024-2025 delle università italiane.
Un risultato in linea con la performance dell’anno scorso, quando l’ateneo viterbese occupava la stessa posizione, dietro l’Università di Camerino, che rimane al primo posto con 98,8 punti.
Negli ultimi anni, l’Università della Tuscia ha mostrato segnali di crescita costante, grazie agli investimenti compiuti sul fronte delle infrastrutture, migliorando i laboratori e gli spazi di studio, ma anche attraverso il potenziamento della propria offerta didattica e l’introduzione di nuovi corsi per rispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro.
L’internazionalizzazione, con l’incremento degli accordi di collaborazione con istituzioni straniere, ha permesso altresì agli studenti di accedere a programmi di scambio e stage all’estero, migliorando il punteggio dell’università in questa area specifica. Va detto che in nessuna delle sei voci che compongono la valutazione finale, la Tuscia eccelle: è seconda per occupabilità dei laureati (sempre dopo Camerino), quinta per strutture (al primo posto svetta Reggio Calabria), sesta per i servizi offerti, terza per internazionalizzazione, quinta per comunicazione e terza per le borse erogate.
Un’aurea mediocritas che alla fine premia l’Unitus e le fa guadagnare un dignitoso secondo posto a livello nazionale. Stabili, sempre tra i piccoli atenei, anche l’Università di Macerata (86,7) e l’Università di Cassino (86,0) in terza e quarta posizione, seguite dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che si classifica quinta (83,3), sorpassando l’Università del Sannio, quest’anno in sesta posizione (82,7). Al settimo posto si conferma l’Università di Teramo (80,8), seguita dall’Università del Molise (80,7). La penultima e l’ultima posizione sono, infine, occupate dall’Università della Basilicata (80,2) e da una new entry, l’Università di Napoli L’Orientale (79,7), fino allo scorso anno nel gruppo dei medi atenei statali.