La nostra inchiesta giornalistica, nonostante l’aggressione al cronista, ha sortito gli effetti. Dovrà restituire anche i soldi illegalmente percepiti. La decisione dopo i pesanti pareri di Regione e Anac sulle “criticità” e “irregolarità” sull’iter che lo fece diventare Direttore generale
CIVITAVECCHIA – L’Ater di Civitavecchia ha annullato in autotutela «la procedura selettiva» e «tutti gli atti connessi e conseguenti che hanno portato alla nomina del dottor Emiliano Clementi quale dirigente».
Una decisione annunciata dopo il caso esploso lo scorso anno quando la nostra inchiesta giornalistica (con tanto di aggressione fisica) aveva sollevato parecchi dubbi e perplessità sull’iter e sulle modalità applicate per il concorso che lo ha visto come unico partecipante e portato all’assunzione a tempo indeterminato come direttore generale dell’Ater di Civitavecchia.
Fatti che portarono la Regione e l’ufficio di prevenzione della corruzione e trasparenza ad aprire un fascicolo sul caso.
Dall’Rpct è arrivata poi una segnalazione all’Anac che, concluso il procedimento di vigilanza, ha inviato ad aprile una raccomandazione all’Ater di Civitavecchia con cui sottolineava che la fattispecie in esame “in cui – si legge nell’atto – il direttore generale dell’Ater di Civitavecchia ha partecipato al procedimento di indizione della procedura selettiva alla quale lui stesso ha partecipato in qualità di candidato per poi essere assunto quale dirigente dalla medesima Ater in qualità di vincitore presenta profili di evidente e palese criticità”. Raccomandazione raccolta anche dalla Regione che a maggio “considerate le significative irregolarità riscontrate…” chiedeva di “indicare le ulteriori azioni ed attività svolte nonché i provvedimenti adottati sino ad oggi, oltre a quelli già comunicati…”.
Clementi nota ANAC_compressedL’Ater ha quindi comunicato l’avvio della procedura dell’annullamento in autotutela a Clementi. Nelle considerazioni dell’atto di annullamento dell’Ater si legge “Il dottor Clementi, in qualità di direttore generale, non poteva non essere al corrente dei vizi e delle illegittimità della procedura selettiva a lui favorevole, nonché della situazione di conflitto di interesse in cui versava. Di conseguenza non può ingenerarsi alcun legittimo affidamento”.
Insomma ormai non si lascia spazio ad alcuna interpretazione e l’atto, a firma del nuovo direttore generale Stefano Amici, è ormai agli atti. Ora ci sono 60 giorni di tempo per un eventuale ricorso al Tar o 120 per ricorrere al Capo di Stato ma le motivazioni espresse da Regione, Anac e ora anche Ater sembrano piuttosto inequivocabili.