Viterbo – Sempre più abitanti fuggono dal centro storico: “Getto la spugna tra immondizia, criminalità e una transenna davanti casa”

VITERBO – Sempre più viterbesi abbandonano il centro storico, tra le cause vi sono il degrado, la malavita e il totale stato di abbandono da parte dell’amministrazione, giudicata “non ottemperante” ai suoi doveri da parte di sempre più (ex)residenti.

“Quasi un anno fa ho deciso di trasferirmi in centro storico, zona piazza della Rocca. Credo sia stata una delle peggiori decisioni della mia vita”. Chi parla, in un luogo e sentito sfogo via social, è l’ennesimo viterbese – il collega giornalista Mattia Ugolini – che aveva cercato di investire nel centro storico. Il suo sogno di vivere in un borgo medievale di grande prestigio, tuttavia, si è scontrato con la dura realtà dei fatti.

Immondizia abbandonata da cittadina “fantasma”, escrementi di ogni tipo di animale possibile sulle vie del centro, criminalità che dilaga e zero interventi da parte degli addetti alle pulizie delle strade “pagati anche con i miei soldi”, come aggiunge doverosamente Ugolini. “In un anno non ho mai visto un solo operatore fare la pulizia dei tombini – prosegue – dai quali escono topi (alcuni con la rogna, addirittura) e blatte che si intrufolano nelle case. In un anno non è mai stata fatta una derattizzazione e nemmeno una disinfestazione generale”.

Come se non bastasse, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, come mostra l’immagine di copertina dell’articolo: “Oggi torno a casa e trovo una transenna davanti al portone. Non so chi sia l’autore del gesto ma so che quella transenna, che servirebbe per una sola volta alla settimana quando c’è il mercato, in realtà sta in mezzo alla strada 7/7, 24/24”.

Ma se da una parte c’è chi potrebbe pensare che lo sfogo del giornalista sia di parte, magari costruito ad hoc, dall’altra vi è un coro sempre più ampio di voci che confermano ogni riga da lui scritta via social.

“Per anni abbiamo vissuto in centro – afferma un commerciante locale – ce ne siamo andati quando siamo arrivati al culmine, quando mia moglie è stata minacciata da uno straniero. A quel punto abbiamo scelto di andarcene a vivere fuori dalle mura”. A lui si uniscono le conferme di un altro imprenditore locale, stremato e sempre più propenso a gettare le spugna: “Ci siamo tanto riempiti la bocca con il covid – ricorda – poi, adesso, vediamo le strade invase di guano di piccione in ogni angolo e chi viene a pulire non fa altro che spazzare un po’, senza nemmeno risciacquare via la sporcizia. I mezzi che dovrebbero pulire il centro storico si vedono una volta l’anno se dice bene e intanto la sporcizia si accumula e noi commercianti dobbiamo rimboccarci le mani e mettere mano al portafogli per comprare ogni tipo di detergente per fare un po’ di pulizia, altrimenti i clienti ce li scordiamo”.

“Il centro storico è abbandonato  e lo notano anche i turisti – afferma una signora che abita presso Corso Italia – qui dovrebbe essere il cuore della città, eppure non sento altro che urla e schiamazzi di notte, vedo spacciatore davanti alla polizia locale che fanno quello che vogliono indisturbati e la sporcizia è talmente tanta che i turisti non possono scattare foto. Ma perché permettiamo tutto questo?”.

Concludiamo la carrellata di tristi dichiarazioni con la conclusione del discorso iniziato da Ugolini. “Dunque io, dopo aver provato, getto la spugna ed alzo i tacchi. Me ne vado altrove e lascio volentieri il centro storico, questo centro storico da me descritto in quanto residente, a chi fa finta di niente e, senza imbarazzo, lo descrive come un luogo piacevole in cui vivere. Probabilmente perché non ci abita. La realtà è che oggi il centro storico – che qualcuno vorrebbe utilizzare in tutta la sua bellezza e pulizia per la candidatura a capitale europea della cultura – è un sobborgo malfamato dove non esistono controlli e vige l’anarchia assoluta. Nei fatti è la nuova periferia. Anzi, peggio. Io in periferia sono nato e cresciuto, ma una situazione del genere non l’avevo mai vista nemmeno lì”.

Quello che sempre più residenti sottolineano, ovvero che è impossibile solo pensare a Viterbo Capitale della Cultura senza prima risolvere questi sempre più grandi problemi “interni”, è ormai un concetto lapalissiano. Eppure, c’è un’amministrazione che con forza e storie social, prova a raccontare l’opposto: “A Viterbo va tutto bene. E’ ora”.