Finiti gli interrogatori da parte del Commissariato di Tarquinia (tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) adesso si attende la fissazione dell’udienza predibattimentale. Tutto nasce dalla denuncia (tardiva) presentata da Francesco Corniglia finito anche lui sul registro degli indagati per “omessa denuncia” (tutta da ridere)
MONTALTO DI CASTRO – Dopo l’avviso di conclusione (415 Bis) firmato dal sostituto procuratore Mirko Piloni sono iniziati (ma sostanzialmente già conclusi) gli interrogatori delegati dalla Procura di Civitavecchia agli uomini del Commissariato di Tarquinia nei confronti dei 6 politici (5 politici più il segretario comunale) indagati a vario titolo per falso ideologico, falso materiale e omessa denuncia.
Tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere non presentando (a quanto ci risulta) memorie difensive, quindi le operazioni di chiusura dell’istruttoria da parte della polizia giudiziaria sono state velocissime.
Fummo noi a darne per primi la notizia quando scoprimmo che anche il soggetto che sporse denuncia all’autorità giudiziaria, il consigliere del Movimento 5 Stelle Francesco Corniglia, finì a sua volta sul registro degli indagati per omessa denuncia.
Montalto di Castro – Corniglia (M5S), il ritorno del “talebano della carta bollata”
I fatti risalgono al 26 giugno del 2023 quando la sindaca Emanuela Socciarelli, il suo vice Annamaria Fabi e il segretario comunale Marcello Santapadre concorrevano, secondo l’accusa, alla formazione di un atto pubblico falso nell’esercizio delle loro funzioni.
In poche parole attestavano una seduta (mai avvenuta) accordandosi e adoperandosi affinché tutti gli assessori (tranne Marco Fedele) risultassero presenti per poter deliberare in giunta il provvedimento n. 137 del 26/06/2023 che era una presa d’atto del mancato trasferimento “Talete Spa” del servizio idrico integrato con relativa proroga tecnica alla società in house Montalto Ambiente.
In tale giunta, sempre secondo quanto raccolto dagli inquirenti attraverso il racconto del “talebano della carta bollata” (com’è conosciuto il consigliere Corniglia) venivano dati tutti presenti quando invece non lo erano proprio Francesco Corniglia (all’epoca assessore) e Simona Atti.
Tutti, come detto, sono indagati e con tutta probabilità dovranno affrontare il processo anche se c’è ancora un’ipotesi assai remota di archiviazione (certamente non per tutti).
Tutto ebbe inizio quando Francesco Corniglia, dimessosi da assessore in polemica con la sua ex maggioranza, pensò bene di andare dalla Polizia del commissariato di Tarquinia e denunciare il fatto consegnando, come prova, anche copia del messaggio whatsapp del gruppo del quale faceva parte.
Una vendetta. Il livore e l’acredine lo stavano logorando e il fatto di essere tornato tra i banchi dell’opposizione e soprattutto a distanza di svariati mesi dal momento del suo abbandono decise di denunciare il tutto.
Il problema è che essendo pubblico ufficiale, dell’ipotesi di reato di falso materiale e ideologico compiuto dalla Socciarelli, Fabi e Santopadre, ne era venuto a conoscenza nel momento stesso in cui ha aperto quel messaggio e, come legge impone, senza indugio avrebbe dovuto rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Omessa denuncia anche per gli altri due assenti ma testimoni come Corniglia anche Simona Atti e Marco Fedele che, loro malgrado, si ritrovano indagati.
Il buon Francesco Corniglia, con tutta probabilità, andrà a sedersi sul banco degli imputati insieme ai suoi ex compagni di maggioranza da lui stesso denunciati e chissà se riuscirà a consumare quella vendetta che tanto lo anima nel fare gesti che lo hanno portato ad essere, a furor di popolo, il politico più odiato tra Montalto di Castro, Montalto Marina e Pescia Romana e, sulle chat, ribattezzato “l’infame fiorentino“.