Madonna di Trevignano, parla Luigi Avella: “Non ho mai offeso il vescovo, anzi avrei potuto querelare chi c’era prima di lui”

L’uomo, tra i più affezionati fedeli della presunta veggente Gisella Cardia è stato il primo a denunciarla dopo averle donato 123mila euro. Ora “a sorpresa” la Diocesi di Civita Castellana ha querelato lui

VITERBO – “Non ho mai offeso il vescovo. Sono amareggiato“. Così il benefattore della Madonna di Trevignano, Luigi Avella, per anni vicino a Gisella Cardia, ha accolto la denuncia per diffamazione da parte della Diocesi di Civita Castellana.

“Ho ricevuto una denuncia per fatti accaduti il giorno 24 marzo del 2024. Ho cercato di raccogliere tutte le informazioni possibili e capire il reato commesso contro il vescovo. Il 24 marzo era di domenica e tutte le trasmissioni televisive dove ero ospite erano inattive. L’unica trasmissione che ha parlato di Trevignano era Zona Bianca dove non ho partecipato. Quindi ho pensato a Facebook. Guardando ciò che ho scritto su Facebook il giorno 24 marzo ho notato di aver postato due didascalie: una dove elogiavo Davide Murgia che ha intervistato il vescovo sulla scomunica e la rottura della Comunione ecclesiale e un’altra dove annunciavo la pubblicazione del mio libro intitolato “La storia infinita di una truffa annunciata” dove avrei parlato di complicità e accordi con l’adesione della chiesa“.

Pubblicazione che non è mai uscita, a suo dire “per il semplice fatto che non volevo svelare alcuni fatti di mia conoscenza che avrebbero nuociuto alla Chiesa”.

Avella continua a riflettere su ciò che potrebbe aver commesso di sbagliato.

“Un altro post che ho pubblicato in quel periodo era una mia considerazione sull’agire del vescovo che poi ho cancellato. Era una considerazione sul fatto che se i vigili urbani mandano un’ avviso di multa senza il bollettino della sanzione da pagare, il trasgressore sicuramente butterà la lettera nel cestino. Era un paragone con la Chiesa che aveva sì riconosciuto la non soprannaturalità dei fatti di Trevignano, ma senza prendere nessuna decisione incisiva come poteva essere la scomunica“.

“Dove avrei diffamato il Vescovo Marco Salvi? – prosegue Avella – io stesso avrei potuto querelare il vescovo Rossi (quello che partecipava agli incontri di Gisella Cardia foto sotto ndr) per aver ingannato i fedeli, ma ho preferito non alzare le mani contro un padre spirituale“.

Proprio la presenza dell’ex vescovo Romano Rossi (a cui ha fatto seguito l’attuale vescovo Marco Salvi) e quindi di un alto rappresentante ecclesiastico, aveva rassicurato Avella sulla bontà degli incontri che si sono invece rivelati fatali, portandolo oltre alla perdita di ingenti somme di denaro e donazioni materiali, ora, anche ad avere problemi con la giustizia.  “Sono molto amareggiato. – Conclude Avella con una fede granitica –  Pazienza. Seguirò il mio destino a testa alta insieme a Maria Ausiliatrice”.

Il vescovo Rossi e Gisella Cardia durante uno degli incontri di preghiera

Benedetta Ferrari