Mazzette di soldi messi anche sottovuoto e la totale sfrontatezza di spartirsi il malloppo a due passi dal Tribunale. Anniballi faceva la cresta sulle tangenti
FROSINONE – Stefano Anniballi rappresenta una figura di rilievo nel recente scandalo che ha coinvolto il comune di Ceccano e che ha avuto una risonanza significativa nella provincia di Frosinone e in tutta la Ciociaria.
Uomo potente, con radicati legami nel tessuto imprenditoriale locale e profonda influenza all’interno del Comune di Ceccano, Anniballi risulta essere al vertice di un’associazione criminale che ha operato come una vera e propria “regia occulta” nell’amministrazione pubblica, perseguendo fini illeciti per sé e per i suoi sodali.
Sebbene formalmente estraneo all’amministrazione, la sua influenza era tale da consentirgli di manipolare decisioni rilevanti, soprattutto in ambiti strategici come le opere pubbliche e la gestione dei fondi, inclusi quelli del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
La struttura dell’associazione criminale e il controllo su Ceccano
L’organizzazione capeggiata da Anniballi si configurava come una vera e propria rete di potere, basata su rapporti di fedeltà e collusione. Tra i membri di spicco dell’associazione, oltre allo stesso Anniballi, figurano il sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, e diversi funzionari comunali. Il geometra Mario Ardovini, per esempio, svolgeva un ruolo cruciale all’interno del Settore Lavori Pubblici, agevolando le decisioni necessarie per i progetti e gli appalti, grazie a una stretta relazione di fiducia con il geometra comunale Camillo Ciotoli.
Anniballi non solo fungeva da promotore dell’associazione, ma era anche il punto di riferimento per la coordinazione delle operazioni, curando i dettagli e monitorando il buon esito delle attività illecite. Questo assetto gerarchico permetteva di mantenere un flusso costante di denaro, utilizzato per scopi personali e per mantenere la struttura del gruppo criminale.
Il ruolo di tesoriere e la gestione delle somme illecite
Oltre al ruolo di vertice, Anniballi rivestiva anche quello di tesoriere dell’organizzazione. Le attività dell’associazione generavano profitti consistenti, derivanti da reati come la corruzione, la turbativa d’asta e il peculato. Ogni settimana, Anniballi ritirava somme ingenti in contante, trasportate in mazzette suddivise in singole buste, che custodiva temporaneamente in un garage situato a Frosinone, in via America Latina.
Questi fondi venivano poi redistribuiti tra i membri dell’organizzazione, consolidando la rete di favori e complicità. Le mazzette provenivano da Antonio Annunziata, altro membro dell’organizzazione, che le reperiva nell’area vesuviana con l’aiuto del commercialista Massimo Del Carmine, dimostrando come l’associazione avesse ramificazioni ben oltre il territorio ciociaro.
Pressioni e corruzione nel Comune: il sistema “fatture/tangenti”
Anniballi, in tandem con il sindaco Caligiore, esercitava pressioni sul responsabile del Servizio Finanziario del Comune, Cesare Gizzi, per ottenere il pagamento delle fatture emesse dai sodali che operavano come imprenditori e professionisti corrotti.
Questo schema rappresentava la base del sistema “fatture/tangenti”, in cui fatture formalmente regolari venivano emesse per mascherare attività illecite, creando l’apparenza di una legalità che copriva i flussi di denaro sporco. Questo metodo permetteva all’associazione di ottenere introiti ingenti, finanziando ulteriormente il programma criminale e i vantaggi economici personali dei membri.
La continuità delle attività criminali e l’inserimento di nuove figure
Uno dei punti cardine della strategia di Anniballi era la continuità delle attività illecite, garantita anche grazie a operazioni di “inserimento” di uomini fidati nei ruoli chiave del Comune. A questo proposito, Anniballi, insieme al sindaco Caligiore, si è impegnato a mantenere in servizio l’architetto Frank Ruggiero, figura fondamentale del Settore Lavori Pubblici, oltre la scadenza del suo pensionamento prevista per il 31 marzo 2023. Grazie a una conoscenza approfondita delle normative, sono riusciti a prolungare il suo incarico appellandosi all’articolo 11 del Decreto Legge n. 36/2022, che ha permesso di assegnargli un incarico come collaboratore esterno per le attività relative ai progetti PNRR.
Quando, infine, si è reso necessario sostituire Ruggiero, Anniballi e Caligiore hanno selezionato personalmente un successore di fiducia. L’incarico è stato affidato, dopo un “colloquio” al “Caffè Minotti” di Frosinone, a Diego Aureli, a cui sono stati ufficialmente conferiti i decreti per la direzione del Settore Lavori Pubblici e dell’Ufficio Speciale Strategico Temporaneo per i progetti del PNRR.
Favori e intermediazioni: l’ammissione del figlio del sindaco
Anniballi ha sfruttato le sue conoscenze e relazioni anche per favorire l’ammissione all’Accademia dei Carabinieri di Modena del figlio del sindaco Caligiore, Andrea. Questo intervento è stato possibile grazie alla mediazione tra il sindaco e l’imprenditore Ennio De Vellis, amico di Anniballi e in stretti rapporti con i vertici dell’Arma. Il favore è stato ricambiato tramite l’accelerazione di una pratica edilizia che aveva bloccato un progetto commerciale della “DEVERIS Immobiliare s.r.l.”, di proprietà di De Vellis, agevolando l’avvio dell’attività di una discoteca, denominata “Officine Utopia”, in un immobile la cui destinazione d’uso è stata manipolata grazie alle pressioni esercitate da Anniballi e Caligiore.
Infiltrazione nel tessuto economico: favori a imprenditori
Anniballi ha garantito illeciti vantaggi economici a diversi imprenditori, come Antonio Puppo, titolare della “Puppo s.r.l.”, che ha ottenuto appalti diretti attraverso accordi corruttivi. Inoltre, Anniballi ha agito per incrementare il valore delle attività commerciali dell’imprenditore Vincenzo Busca, proprietario del concessionario “Busca Auto”. In questo caso, il cambio di destinazione d’uso di un terreno adiacente all’autosalone è stato agevolato tramite la finzione della costruzione di un’opera compensativa, facendo lievitare notevolmente il valore del sito commerciale. Anniballi, in cambio, ha ricevuto benefici economici e l’utilizzo gratuito di un’auto ibrida nuova, a disposizione da aprile 2023.
Un sistema di potere consolidato e i danni alla collettività
La vicenda di Ceccano e l’ascesa dell’organizzazione criminale capeggiata da Anniballi rappresentano un esempio preoccupante di infiltrazione delle istituzioni pubbliche da parte della criminalità. Le indagini hanno evidenziato come l’amministrazione comunale sia stata strumentalizzata a vantaggio di una cerchia ristretta di persone, con gravi danni per la collettività. Progetti pubblici, fondi per infrastrutture e risorse straordinarie come quelle del PNRR, destinati a migliorare la qualità della vita dei cittadini, sono stati intercettati e dirottati per garantire profitti illeciti.
La figura di Anniballi emerge come emblematica di un sistema di potere che non si limita alla criminalità, ma si radica nelle istituzioni stesse, annullando le distinzioni tra pubblico e privato, e tra legale e illegale. Le indagini proseguono, con la prospettiva di ulteriori sviluppi che potrebbero portare a una ridefinizione della struttura amministrativa e a interventi istituzionali mirati a ripristinare la legalità e la trasparenza nel Comune di Ceccano.
La tangente spartita davanti al Tribunale di Frosinone
Uno degli episodi più significativi dell’indagine sulla rete di corruzione a Ceccano è l’incontro tra l’ex sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e Stefano Anniballi, capo e organizzatore dell’associazione criminale, per spartirsi una tangente di seimila euro.
Questo episodio, avvenuto il 13 giugno 2023 nel parcheggio di via Calvosa, a pochi passi dal tribunale di Frosinone, rappresenta una delle rare occasioni in cui gli investigatori sono riusciti a tracciare l’intero percorso di una mazzetta.
L’operazione ha origine alcuni giorni prima, quando tre bonifici da duemila euro ciascuno vengono effettuati dai conti dell’architetto Stefano Polsinelli e dei suoi collaboratori verso una società di Napoli, la Europacostruzioni. Tale società, tuttavia, è solo una “cartiera”, creata e gestita dai campani Antonio Annunziata e Massimo Del Carmine per far transitare e monetizzare le tangenti. I bonifici servono dunque a far affluire fondi che poi verranno convertiti in contanti per essere spartiti tra i membri del sistema corruttivo.
Nel pomeriggio del 13 giugno dello scorso anno, Anniballi, dopo aver ritirato i soldi da Annunziata a Capua, torna a Frosinone, dove incontra Caligiore in un’area appartata del parcheggio vicino all’ospedale “Spaziani”. Gli investigatori, grazie a una microspia installata sull’auto del sindaco, possono registrare i dettagli dell’incontro. Si percepisce il fruscio delle banconote mentre Anniballi conta i soldi: “Uno, due, tre, quattro…“, fino ad arrivare a seimila euro. Dopo aver detratto una percentuale di 720 euro per Annunziata, il resto della somma – 5.280 euro – viene equamente spartito tra Caligiore e Anniballi. È in questo momento che il sindaco, resosi conto dell’ingombro del pacchetto di banconote di piccolo taglio (50, 20 e 10 euro), chiede ad Anniballi: «Dammi l’elastico».
L’intercettazione rappresenta una prova schiacciante che ha permesso di documentare il meccanismo di corruzione tra gli attori principali della vicenda.
PARTE TERZA – SEGUE