ROMA – Il 32enne Amar Kudin, morto sul colpo durante un terribile incidente mentre era in servizio di pattuglia del distretto di Primavalle, aveva lasciato il suo paese d’origine la Croazia ed era arrivato anni fa a Paese, in provincia di Treviso.
In servizio alla polizia di Stato di Roma, a dicembre sarebbe tornato in Veneto, come rinforzo per la questura di Treviso. Un trasferimento chiesto per stare più vicino alla madre Vesna e alla sorella Tajma, ma soprattutto alla fidanzata Anna, trevigiana di Canizzano, che avrebbe sposato a breve. Sarebbe tornato anche a giocare e probabilmente a concludere la sua carriera sportiva proprio nella società di rugby di Paese, una realtà che lo aveva visto crescere, da quando aveva 8 anni, fino al professionismo alle porte della Nazionale. Come riporta il Corriere del Veneto.
La famiglia del 32enne è originaria di Makarska, in Croazia: nei primi anni ‘90, con lo scoppio della guerra nell’ex Jugoslavia la madre Vesna, dopo la morte del marito nel conflitto, si è trasferita a Paese con i due figli, riuscendo a dare loro un futuro, lontano dall’odio e dalle bombe. Quella di Kudin è una famiglia benvoluta, integrata anche grazie alla palla ovale. Nel suo ruolo di tallonatore il giovane è stato una promessa su cui la Benetton rugby aveva subito messo gli occhi. In biancoverde era approdato nella stagione 2010/11 nella squadra Under 20, per poi farvi ritorno nella stagione 2014/15, collezionando sei presenze con i Leoni, quattro in Champions Cup e due nell’allora Guinness Pro 12. Nella sua carriera ha vestito anche le maglie del San Donà, del Mogliano, delle Fiamme Oro e della Nazionale Italiana Under 20. Nel 2015, con il passaggio alle squadra capitolina, ha intrapreso anche la professione di poliziotto, continuando a giocare a rugby nel Civitavecchia, in Serie A. Una volta conclusa l’attività sportiva si sarebbe dedicato interamente alla divisa.
La tragedia ha destato il cordoglio di tutte le figure istituzionali più importanti, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, dai ministri al presidente del Veneto, Luca Zaia. Ma è il mondo del rugby a stringersi idealmente intorno alla famiglia di Kudin, che vive a pochi passi dal municipio di Paese. Il presidente della Federazione italiana rugby, il trevigiano Andrea Duodo, ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi d’Italia nel fine settimana. E non poteva mancare un pensiero della Benetton rugby, società che aveva permesso al 32enne di arrivare al professionismo.