TREVISO – Dolore e commozione allo stadio Gianni Visentin.
Si è svolta stamattina a Paese, in provincia di Treviso, la cerimonia funebre per dare l’ultimo saluto ad Amar Kudin, il poliziotto del commissariato Primavalle di Roma deceduto in servizio in un tragico incidente all’alba del 18 novembre.
Il feretro del giocatore del Civitavecchia rugby, giunto sul luogo della cerimonia accompagnato dalle sirene delle volanti e della polizia stradale, è stato accolto da un picchetto di poliziotti, che hanno reso gli onori al giovane collega.
Lutto cittadino e tantissime persone hanno preso parte al rito funebre presenziato anche da molte istituzioni.
“È stato accolto a un anno nella nostra comunità ed è proprio su questo campo che ha mosso i primi passi nel rugby – ha commentato la sindaca di Paese Katia Uberti –. Era un ottimo giocatore, un leader in campo e un gigante buono al di fuori. Un ragazzo pieno di vita e dedizione verso i cittadini”.
Tra i vari interventi anche quello della sorella di Amar Kudin. Tajma, che con la voce straziata dal dolore ha ringraziato tutte le persone che sono state vicine al fratello.
“È un momento duro per tutti noi – ha detto nel suo discorso –. Anche se sono sicura che Amar non vorrebbe vederci tristi. Grazie di cuore a tutti: alle istituzioni, al mondo del rugby e a tutte le persone che lo hanno accolto e fatto sentire uno di famiglia”.
Per l’occasione, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della polizia Vittorio Pisani, che nei giorni scorsi si erano recati alla camera ardente allestita per Amar a Roma, hanno fatto giungere due corone di alloro come segno della vicinanza dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza alla famiglia del giovane poliziotto.
Come ha ricordato nelle sue parole commosse il questore di Treviso, Alessandra Simone, sarà ora la polizia di Stato a prendersi cura della famiglia di Amar e il suo sacrificio sarà d’esempio per i poliziotti che ogni giorno sono al servizio dei cittadini con la stessa passione, dedizione e spirito di sacrifico che Amar ha dimostrato di possedere, prima come atleta delle Fiamme oro e poi come agente delle polizia di Stato.
In tutta la cittadina di Paese gli uffici pubblici, le associazioni e le attività di ogni genere hanno rispettato un minuto di silenzio all’inizio delle esequie, che si sono chiuse con un lungo e caloroso applauso mentre nello stadio risuonavano le note del “Silenzio d’ordinanza”, suonate da un trombettiere della polizia di Stato.