Regione Lazio – Treni fantasma, oggi si riunisce la Commissione Oscurità (ex trasparenza)

Il presidente Valeriani (Pd) non permette ai membri del consiglio di chiedere spiegazioni ai vecchi direttori e rup artefici dell’ennesimo disastro finanziario

ROMA – Quando la Colosimo chiese di istituire la Commissione Trasparenza l’intento era quello di fare luce su vicende oscure e sperperi di denaro come avvenne nel caso mascherine.

Con la presidenza in mano a Massimiliano Valeriani la commissione ha cambiato indirizzo da trasparente a buia. Oscura. Non si deve capire cosa abbia fatto la precedente giunta dove lui è stato tra i protagonisti assoluti con Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato.

Sulla vicenda dei treni fantasma, l’ennesimo disastro economico compiuto dai Zingaretti Boys, il buon Valeriani ha deciso che i dirigenti che hanno consentito che qualcuno presentasse fideiussioni farlocche non deve essere audito: “non siamo un tribunale”.

Peccato che la pensi diversamente quando pensiamo alla vicenda ridicola sulle concessioni dei fondi per sistemare le strade in provincia che vede nel mirino l’assessore Giancarlo Righini.

Il progetto, presentato come un pilastro della sua campagna elettorale, prevedeva l’acquisto di nuovi treni per migliorare il servizio. Si trattava di un bando da 314 milioni di euro, con un primo stanziamento di 100 milioni, che includeva la manutenzione decennale dei convogli. Tuttavia, a quasi sette anni di distanza, i treni non sono ancora stati consegnati, e la vicenda ha assunto contorni giudiziari.

Il contratto, firmato con la Titagarh Firema Spa di Caserta, prevedeva la consegna dei primi due convogli entro 630 giorni dalla firma, ossia entro la fine del 2023.

Gli altri treni sarebbero stati forniti in scaglioni successivi ogni 40 giorni, per completare la fornitura entro giugno 2024. In totale, l’accordo quadro riguardava 38 treni: 20 per la Roma-Lido e 18 per la Roma-Civita Castellana-Viterbo, per un costo complessivo di 282 milioni di euro, comprensivo di manutenzione decennale.

La Regione Lazio aveva versato una caparra iniziale di 19,5 milioni di euro per i primi 11 treni e 37,6 milioni per un secondo contratto da 156,9 milioni.

A garanzia degli obblighi contrattuali, Titagarh Firema aveva fornito polizze fideiussorie emesse da istituti finanziari stranieri. Tuttavia, in seguito a verifiche, la validità di queste garanzie è stata messa in discussione.

Nel settembre 2023, la Regione Lazio, ora guidata dalla giunta di centrodestra di Francesco Rocca, avviò controlli approfonditi sulle garanzie finanziarie, seguendo le linee guida di Banca d’Italia, Ivass, Anac e Agcm. I risultati furono sconcertanti:

– Sia Paybanco, l’istituzione lettone che aveva emesso una delle garanzie principali, risultò cancellata dal registro degli istituti di moneta elettronica della Banca di Lettonia già nel 2016. Le polizze rilasciate furono dichiarate nulle.

– Vakuutusosakeyhtiö Bothnia International, compagnia assicurativa finlandese, negò di aver emesso fideiussioni e segnalò la commercializzazione in Italia di polizze contraffatte a suo nome.

E’ fondamentale sentire cosa hanno da dire il responsabile del procedimento Carlo Cecconi che è apparso piuttosto distratto quando c’è stato da fare i controlli e molto veloce nel firmare le anticipazioni.

Così come il ruolo giocato dal dirigente Stefano Fermante che non può certo di pensare di far finta di nulla e aspettare gli esiti delle indagini che la Guardia di Finanza sta svolgendo.

Se la Commissione Oscurità ha il compito di salvaguardare i disastri compiuti dalle precedenti amministrazioni tanto vale la pena chiuderla.