Il commerciante Antonio Di Stefano, AD Grafica, presenta una disanima interessante sulla situazione del centro storico
VITERBO – Sono giorni molto concitati quelli che si stanno vivendo nel cuore di Viterbo dove, dopo alcune altre chiusure di negozi in successione, vari cittadini e commercianti stanno presentando le loro personali idee, spesso pubblicate via social, aiutando a far riflettere sul futuro della città e, in alcuni casi, non mancando di attaccare l’attuale amministrazione su recenti scelte.
Come ricorda Antonio Di Stefano, titolare di AD Grafica (attività presente su Via Mazzini) “Si dice addio formalmente al parcheggio interrato del sacrario, buttando dalla finestra 4,6 milioni di euro, mentre per quello interrato se ne sarebbero dovuti spendere 11/12 e quindi si rinuncia a cercare fondi per investire in un opera importante della città e dicendo addio alla possibilità di aumentare i posti auto nel centro storico di Viterbo”.
Quella del parcheggio interrato, effettivamente, è una delle questioni da sempre più dibattute in città. La stessa amministrazione Frontini aveva – in campagna elettorale – avanzato la proposta di un parcheggio interrato da realizzare all’interno delle mura storiche. Nel particolare si parlava, all’epoca, di Valle Faul dove – secondo il programma di Viterbo2020 – era stata indentificata l’area perfetta per un parcheggio sotterraneo. Peccato, tuttavia, che poco dopo l’insediamento la giunta ha invece cambiato idea, ricordando sempre di più come l’area in questione dovrebbe invece essere adibita a parco (giusto o sbagliato che sia).
Di Stefano, in ogni caso, continua la sua disamina. “Poi non raccontate le balle che volete fare copia e incolla di situazioni turistiche come Siena ed Orvieto perché la Siena Parcheggi solo all’interno delle mura di Siena che sono circa 2/3 di quelle di Viterbo, quindi più piccole, gestisce 4700 posti auto, mentre noi ne abbiamo 900 all’interno delle mura e tendiamo pure a cancellarne degli altri per i più stupidi motivi”. Il ragionamento del commerciante, ovviamente, vorrebbe condurre a una soluzione – adottata in altre città – in grado di creare un circolo virtuoso per l’economia locale.
“Come si fa a creare quindi un sano meccanismo competitivo nei confronti della GDO esterna alle mura, nei confronti dei quartieri dormitorio, nei confronti della vita che si sviluppa senza freni in periferia con una cementificazione selvaggia se si continua ad investire ad ca…um in questa maniera? – si chiede – Come si fa a far si che le persone possano effettivamente vivere il centro senza perdere l’opportunità di frequentarlo con tutti i mezzi di cui può disporre una famiglia se addirittura i mezzi parcheggiabili in centro sono meno di 1/6 della popolazione che ci vive? E quindi come si può andare incontro all’esigenza di gestire meglio le 77 auto per 100 abitanti ossia 7,7/10 se non arriviamo a coprire neanche l’esigenza di 1/6? La matematica non è un’opinione”.
Per l’imprenditore, il disegno dell’attuale amministrazione sarebbe tuttavia molto chiaro. “La scelta politica di far morire il centro invece è palese e alle macchine e ai loro possessori la risposta di questa amministrazione è suicidatevi o segate in due le auto, oppure salite sui nostri calessi della francigena DIESEL e pagatene l’abbonamento e pregate Dio che qualcuno di questi calessi passi vicino casa vostra – afferma – nell’attesa che qualcuno decida che solo le corse circolari purtroppo non sono sufficienti a soddisfare quel bisogno vero di mobilità sostenibile, di cui tanto si parla ma per il quale nessuno veramente mette mano al portafoglio, costringendo le persone a girare a zonzo con la propria auto inquinando molto di più senza arrivare mai in prossimità della destinazione scelta”.
Non manca una frecciatina finale, dove Di Stefano – che già aveva manifestato il suo disappunto in passato – attacca nuovamente la giunta Frontini. “Permettetemi – conclude – ma voi di mobilità sostenibile, dopo aver pure bocciato il progetto dell’interramento della ferrovia non ci capite una beata mazza!”.