Latera – Maltrattamenti e abusi alla casa di riposo Villa Daniela, licenziati i sei operatori

LATERA – Sei operatori socio-sanitari della casa di riposo Villa Daniela a Latera sono stati licenziati dopo essere stati accusati di maltrattamenti aggravati su 21 anziani ospiti della struttura. Nel frattempo, la Procura di Viterbo prosegue le indagini per fare luce su nuovi aspetti emersi durante le investigazioni.

Ieri il pubblico ministero Flavio Serracchiani ha incaricato un consulente informatico di estrarre i dati contenuti nel cellulare di un settimo dipendente, già sequestrato dagli inquirenti. Questa mossa suggerisce che l’inchiesta, avviata grazie alle denunce di tre ex dipendenti e condotta dai Carabinieri di Montefiascone e del NAS, potrebbe riservare ulteriori sviluppi.

Oltre ai sei operatori licenziati, tra gli indagati figura anche il direttore sanitario della struttura, Mariano Perugini, il cui telefono sarà anch’esso sottoposto ad analisi. Gli inquirenti puntano a ricostruire eventuali retroscena della vicenda e a individuare ulteriori responsabilità.

Tre degli indagati, Carmine Battiloro, 23 anni, di Pitigliano; Marinela Ciasar, 52 anni, di Marta; e Mirko Tosi, 36 anni, di Tuscania, sono stati inizialmente arrestati e ora si trovano agli arresti domiciliari. A Tosi, oltre ai maltrattamenti, viene contestato anche il reato di violenza sessuale nei confronti di una degente ultraottantenne.

Altri tre operatori – Tommaso Curio, 59 anni, di Ischia di Castro; Eugenia Monelli, 31 anni, di Grotte di Castro; e Domenico Renzetti, 49 anni, di Onano – sono stati sospesi dall’attività lavorativa, rispettivamente per un anno i primi due e per sei mesi il terzo. I loro difensori, Piero Ceccarelli, Daniele Ronchini e Angelo Di Silvio, hanno chiesto la revoca dell’interdizione dalla professione, sostenendo che non vi siano esigenze cautelari che giustifichino misure così restrittive.

Il caso si basa in gran parte sui filmati registrati dalle microcamere installate dagli inquirenti nella casa di riposo, che documenterebbero gli abusi subiti dagli anziani ospiti. Tuttavia, la difesa ha sollevato perplessità sulla qualità dell’audio nelle registrazioni, sostenendo che eventuali difetti potrebbero compromettere il diritto alla difesa degli imputati.

I legali degli operatori, tra cui Ylenia Porciani, Giuseppe Bacci e Giovanni Labate, avevano già ottenuto una parziale revisione delle misure cautelari dal Tribunale del Riesame, che ha convertito la custodia in carcere in arresti domiciliari per i tre operatori inizialmente detenuti.

Il caso di Villa Daniela si inserisce in un quadro più ampio di maltrattamenti nelle strutture per anziani. Solo poche settimane fa, sette operatori di una residenza per anziani in provincia di Como sono stati arrestati con accuse simili. Gli inquirenti hanno documentato episodi di violenza fisica e psicologica nei confronti degli ospiti, con testimonianze che parlano di insulti, schiaffi e gravi negligenze.

Secondo la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), circa un anziano su tre nelle RSA ha riferito di aver subito maltrattamenti fisici, psicologici o negligenza, percentuale che sale a quasi due terzi nelle case di riposo. Tra i segnali di allarme vi sono scarsa igiene, abiti sporchi, malnutrizione e disidratazione non giustificata da patologie pregresse.

Le indagini su Villa Daniela restano aperte e potrebbero emergere ulteriori elementi dai dispositivi sequestrati. Nei prossimi mesi, gli inquirenti valuteranno se i nuovi dati raccolti possano portare a ulteriori capi d’accusa o all’allargamento del numero degli indagati.

Nel frattempo, l’attenzione sulla vicenda resta alta, con l’opinione pubblica e le istituzioni chiamate a garantire controlli più stringenti per la tutela degli anziani ospitati nelle strutture assistenziali.