La denuncia di una 65enne abitante in via Baccelli: “Il tecnico mi ha detto che a provocare umidità è l’acqua per cuocere la pasta”
CIVITAVECCHIA – Disabile al 100% e da oltre un mese in una casa Ater con l’ascensore rotto.
La denuncia arriva da una donna di Civitavecchia, intestataria di uno degli immobili di via Baccelli 65, in cui risiedono due persone diversamente abili.
“Abito al secondo ed ultimo piano di una palazzina Ater in condizioni che definire pessime è un eufemismo – denuncia – da oltre un mese l’ascensore è rotto e non si è visto nessuno per le riparazioni, quindi io tutti i giorni sono costretta, pur con una invalidità totale, a fare le scale”.
Una volta in casa la situazione si presenta fatiscente.
“Qui mi aspetta uno scenario ancora peggiore – prosegue – i soffitti pieni di muffa ed umidità, che creano un ambiente insalubre e di certo non dei migliori per la mia salute già cagionevole”.
La donna ha segnalato più volte i fatti.
“Quando è venuto il geometra incaricato per verificare la situazione, mi ha riferito che l’umidità è da attribuire all’acqua della pasta quando bolle, quindi basterebbe cucinare con la porta d’ingresso aperta, secondo il suo parere, per risolvere il problema”.
Una risposta che lascia basiti e che è premessa di alto indice glicemico nel sangue della signora, che per fare un danno del genere avrà cotto chili e chili di pasta.
“In realtà – prosegue la donna disperata – è che il tetto non è stato coibentato e quindi ogni volta che piove il mio appartamento si allaga”.
Si tratta di una quotidianità diventata ormai insostenibile “e, quel che è peggio, che non abbiamo nessun referente che possa monitorare il disagio: all’Ater è da oltre un mese che provo a denunciare, con ripetute telefonate, che l’ascensore non funziona, chiamate alle quali nessuno si è mai degnato di rispondere”. Conclude amareggiata.