ANAGNI – Riceviamo e pubblichiamo – In questi anni nella nostra Città, purtroppo, abbiamo dovuto affrontare tante emergenze. E quando si è trattato di esprimere una posizione su impianti impattanti, abbiamo sempre evitato di partire da posizioni ideologiche. Prima di pronunciarci, abbiamo sempre esaminato con attenzione i documenti e la normativa, valutando poi azioni amministrative concrete ed efficaci.
Con coerenza, lo stesso approccio è stato adottato anche in queste settimane, insieme alle forze di coalizione e alle realtà con cui collaboriamo, per valutare il progetto previsto ad Anagni nell’area ex Winchester. Oggi ritengo di poter esprimere una posizione responsabile e ponderata.
Il progetto preoccupa sotto vari aspetti ma il più grave, senza dubbio, è quello legato alla sicurezza della popolazione.
Da quanto si apprende, si tratta di un insediamento che produrrà una sostanza per le polveri di armamenti bellici (nitrogelatina), ossia di un nuovo obiettivo sensibile ad attacchi militari, anche a lunga distanza. In un periodo di crescente crisi internazionale, ogni valutazione deve considerare anche scenari di guerra ed è inaccettabile esporre a maggiori rischi un territorio densamente abitato e caratterizzato da conclamate fragilità sanitarie e ambientali.
Infatti, il sito individuato si trova, in un raggio di poco più di 5 km, i territori di Anagni, Ferentino e Sgurgola, che contano complessivamente oltre 44mila abitanti. Un’area da anni senza un presidio ospedaliero, prossima a infrastrutture strategiche (arterie stradali e ferroviarie di rilievo nazionale) e, soprattutto, caratterizzata da insediamenti residenziali, scolastici e produttivi, inclusi stabilimenti farmaceutici.
Finora, non abbiamo trovato dati che smentiscano questa preoccupazione, ed è dovere delle Istituzioni considerare certi aspetti, ad Anagni come altrove.
La localizzazione di nuovi impianti potenzialmente riconducibili alla filiera della difesa e della sicurezza strategica pone una questione di rilevante importanza per la sicurezza nazionale, e dovrebbe essere vietata in prossimità di aree densamente abitate. L’impianto normativo di riferimento, come delineato dalla società proponente in sede regionale, non considera i potenziali rischi connessi a scenari bellici: si tratta di un vuoto normativo da colmare.
Come capogruppo consiliare, ho pertanto deciso di presentare una mozione a tutela della sicurezza della popolazione per spingere il Sindaco della nostra Città a prendere una posizione di contrarietà e ad attivarsi in tutte le sedi, incluso Governo e Parlamento.
C’è poi la questione degli impatti sull’ambiente. In un territorio già fortemente compromesso, ogni nuovo sacrificio va valutato con la massima attenzione e, come già fatto in passato, stiamo predisponendo osservazioni scritte da inviare alla Regione Lazio, alla quale chiederemo di coinvolgere anche il Ministero della Difesa e quello dell’Interno.
La Valle del Sacco ha pagato un prezzo altissimo per inquinamento, malattie e la chiusura dei presidi sanitari. Non può essere messa “al centro del mirino” in caso di guerra.
Da sempre lavoriamo per la tutela dell’area nord della Valle, dove chiediamo con fermezza la realizzazione di un nuovo ospedale nell’area più idonea: l’ex Polveriera militare di Anagni.
È la migliore risposta a una politica di riarmo che tutti dovremmo contrastare: riqualificare un sito smilitarizzato, immerso in 187 ettari di verde, trasformandolo in un centro di salute, cura e benessere.
Oggi è la giornata della terra e nella nostra Città, più che altrove, risuonano assordanti le ultime parole di Papa Francesco: “nessuna pace è possibile, senza un vero disarmo”.
Luca Santovincenzo
Consigliere Comunale
Capogruppo “LiberAnagni”