Vetralla – Guerra tra bande per prendersi le piazze di spaccio sui Monti Cimini, caccia al gruppo di fuoco che ha ucciso Abdelkrim Cheheb

Qualche settimana fa, secondo il racconto di alcuni testimoni, c’erano state altre schermaglie: “Erano tutti armati fino ai denti e indossavano il passamontagna, prendere la dose era diventato pericoloso”

VETRALLA – Ormai sembrano non esserci più dubbi sulla morte di Abdelkrim Cheheb, 36enne di origine marocchina, rinvenuto sabato pomeriggio in un riparo di fortuna nascosto tra la vegetazione.

I carabinieri, intervenuti dopo una segnalazione, hanno trovato l’uomo colpito da più colpi d’arma da fuoco, presumibilmente una pistola. La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’autopsia.

Le indagini, coordinate dalla procura di Viterbo, sono guidate dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi. Non si esclude alcuna pista ma l’ipotesi più accreditata al momento è quella legata al mondo della droga. L’area dove è avvenuto il delitto è nota come punto di spaccio, spesso utilizzato da stranieri.

Anzi. Dove è avvenuto l’omicidio è una delle quattro piazze di spaccio nascoste sui Monti Cimini, quella più remota e in una delle zone più impervie e difficili da raggiungere. In quel posto bisogna andarci di proposito.

La caccia al killer o al gruppo di fuoco è comunque iniziata dalle ultime telefonate e messaggi rimasti impressi nel telefono cellulare trovato vicino al corpo di  Abdelkrim Cheheb.

Quel posto era frequentato dai consumatori di cocaina. Si arriva a bordo strada, si chiama, si riceve l’indicazione e avviene lo scambio (denaro-dose di cocaina).

La notizia ha colpito principalmente questo mondo. Cioè dei tossicodipendenti e dei consumatori abituali. Il tam tam è stato forte e sono uscite le prime testimonianze e indiscrezioni.

Badar, Hytim, Abdul hanno i telefoni staccati. Sono ancora più nascosti rispetto a prima. Uno di loro è stato ammazzato. “Giravano armati. Ho visto pistole, fucili e anche un mitragliatore pesante. Sembrava un AK 47. Un kalashnikov. Erano consapevoli che qualcosa stesse accadendo. Ho sentito dire – ci dice il nostro interlocutore – che erano in guerra con un gruppo che proviene da Manciano, Montalto di Castro… Quelle zone lì”.

E ancora… “Ho visto con i miei occhi le armi e puntarle anche a chi si presentava davanti loro senza aver avvisato. La situazione in queste due settimane era davvero pesante”.

Quali sono le piazze di spaccio contese: “In quella zona io ne conosco almeno quattro. Una quella di Monte Fogliano, due sono nei pressi delle grandi antenne di trasmissione e una è sulla strada che da Soriano porta a Vitorchiano. Tutto buio. Devi chiamare. Loro sono attrezzati”.

Alla fine ci mostra la foto di un sacchetto di plastica con dentro carne acquistata da una macelleria islamica. Vicino una presa di corrente per fare luce…

Gli investigatori sanno bene che troveranno la verità nel mondo dei pusher e per questo è iniziata una vera e propria caccia all’uomo perché più passa il tempo e più è difficile trovare il killer di Abdelkrim Cheheb.