VITERBO – Definire il “frontinismo” ora come ora non è semplice, la corrente di pensiero “local” dovrà avere nei prossimi anni una profonda verifica: si può dire che il movimento 20 20 nasce come verticistico al 100%, basato fondamentalmente su quello che veniva considerato l’appeal decisionista- presenzialista dell’immagine pubblica della giovin sindaca. Con il passare del tempo non si sa bene cosa sia rimasto di quanto suddetto, seppure quanto suddetto fosse stato dimostrato sul campo (e la cosa non è certa: la videodipendenza da social della prima cittadina appare infatti sinonimo di un clima da eterna campagna elettorale non più realistico, essendo la Frontini chiamata a governare, amministrare e a non puntare solo su quello che alcuni probabilmente consideravano essere il suo carisma mediatico).
Un (presunto?) carisma mediatico che è diventato negli anni sovraesposizione d’immagine ripetuta ed unicamente autoreferente: per questo oggi difficile prevedere cosa diventerà il “frontinismo”: un vero e proprio “partito” pronto a strutturarsi per mettere a punto alleanze strategiche future in grado di assicurarne l’esistenza? Una lista civica prettamente elettoralistica che aspira a conservare una sua fetta di potere e di condizionamento degli equilibri politici? Tranne gli annunci “forti e chiari” nulla si intravede al momento tranne la vaga, vaghissima, identità omnicomprensiva di civica.
Così come nulla è dato sapere del destino che toccherà ai cosiddetti “frontiniani” ormai abituati solo a serrare le fila dinanzi ad ogni dubbio ed ad ogni questione proveniente dall’esterno.
Ma la capacità di tenere unito uno spogliatoio potrà mai essere l’unico tratto amministrativo, oltre l’ordinario strombazzato come straordinario, di una proposta di governo della città ?
(Pasquale Bottone)