Una scoperta eccezionale riporta alla luce rituali funerari dell’età orientalizzante nella Tuscia etrusca
BARBARANO ROMANO – Ancora una volta, la necropoli di San Giuliano si conferma uno scrigno prezioso della civiltà etrusca. Durante la campagna di scavi condotta dalla Baylor University, grazie a una concessione del Ministero della Cultura, è emersa una scoperta sensazionale: un tumulo funerario eccezionalmente intatto, databile alla fine del VII secolo a.C., in piena epoca orientalizzante.
L’area del Caiolo, già nota per precedenti ritrovamenti, ha riservato questa volta un contesto unico: una camera sepolcrale ancora sigillata. Rimossa la lastra di chiusura, gli archeologi si sono trovati davanti a una scena intatta: numerosi vasi, alcuni in ceramica fine dipinta in stile etrusco-geometrico, sono disposti secondo un preciso rituale. Uno di essi, collocato presso l’ingresso, sembrerebbe testimoniare un gesto cerimoniale di particolare rilievo.
Sul letto funerario di sinistra, ancora intatti nella loro posizione originaria, sono visibili un bacile e diversi oggetti ornamentali in bronzo, probabilmente deposti insieme al defunto. Un corredo che potrebbe offrire nuove chiavi di lettura sui costumi funebri delle élite etrusche dell’epoca.
In queste ore è in corso la delicata fase di documentazione fotografica e rilievo del sepolcro, in vista dello scavo analitico che potrebbe riservare ulteriori sorprese.
La scoperta rappresenta un tassello fondamentale per la conoscenza dell’Etruria meridionale e dei suoi complessi rituali funerari. L’eccezionale stato di conservazione della tomba promette di fornire dati preziosi non solo sul singolo individuo sepolto, ma sull’intero contesto sociale e culturale dell’epoca.
Gli archeologi invitano a “restare sintonizzati”: la storia, a San Giuliano, è ancora tutta da scrivere.