Aste truccate e tangenti in contanti: tre arresti a Roma, immobili da 700mila euro svenduti a 27mila

ROMA – Un collaudato sistema di corruzione e manipolazione delle aste giudiziarie è stato smascherato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Tre persone sono finite agli arresti domiciliari, con l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri e coordinata dalla Procura della Repubblica locale.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sistema ruotava attorno alla complicità tra alcuni curatori fallimentari e professionisti delegati alle vendite immobiliari giudiziarie, che – in cambio di tangenti – pilotavano le aggiudicazioni a favore di soggetti “amici” riconducibili all’organizzazione criminale.

Uno dei casi più eclatanti riguarda un immobile del valore stimato di oltre 700.000 euro, ceduto per appena 27.000 euro. La svendita, secondo gli investigatori, è avvenuta grazie a una tangente in contanti da 40.000 euro pagata da un cittadino di nazionalità indiana. Per arrivare a un prezzo tanto stracciato, gli indagati avevano dichiarato falsamente lo svolgimento di ben 17 aste pubbliche mai realmente effettuate, così da abbattere progressivamente il valore dell’immobile e garantire l’assegnazione al soggetto corrotto, unico a conoscere la data della vendita.

Durante le perquisizioni nelle abitazioni e sedi societarie dei coinvolti, i finanzieri hanno rinvenuto macchinette conta-soldi e circa 30.000 euro in contanti, ritenuti parte integrante del meccanismo illecito.

Le indagini, ancora in fase preliminare, confermano la determinazione della Guardia di Finanza nel contrastare fenomeni di illegalità e corruzione che minano la trasparenza delle procedure pubbliche, anche in ambito giudiziario. Gli arrestati restano, ad oggi, soggetti non colpevoli fino a sentenza definitiva.