Un altro italiano ha perso la vita in Ucraina, impegnato nella lotta contro l’invasione russa. Si chiamava Thomas D’Alba, un ex soldato della Folgore che circa due anni fa aveva deciso di lasciare il sogno di diventare musicista per arruolarsi al fianco delle forze ucraine.
La notizia della sua morte è stata diffusa venerdì pomeriggio sui social dal Vladislav Maistrouk, attivista e creator digitale ucraino, che lo conosceva personalmente e lo aveva incontrato recentemente. Sebbene non vi sia ancora una conferma ufficiale, Avvenire ha effettuato alcune verifiche, trovando riscontri concreti che confermano la morte di D’Alba, avvenuta intorno a metà giugno.
Maistrouk lo ricorda come un “uomo gentile e coraggioso”, sottolineando il suo impegno nell’assoluta difesa non solo dell’Ucraina, ma anche dei valori europei. “Thomas è caduto in battaglia, nella regione di Sumy, difendendo l’Ucraina e l’Europa”, ha scritto nel suo tributo. D’Alba, originario di Legnano (Milano), è stato immortalato in due foto condivise sui social: una lo ritrae seduto dietro la sua amata batteria, e l’altra lo mostra sorridente con l’elmetto e la mimetica, mentre è seduto in un veicolo durante il servizio.
“Non era uno sprovveduto”, scrive Maistrouk nel suo post, ricordando la carriera militare di D’Alba nei paracadutisti italiani, prima di decidere di seguire la sua passione per la musica e diventare insegnante. Tuttavia, con l’inizio della guerra in Ucraina, Thomas ha scelto di tornare a combattere, lasciando alle spalle un lavoro stabile e ben remunerato per affrontare la dura realtà del conflitto. “Rinunciò ai comfort della vita quotidiana per arruolarsi e fare la sua parte nella difesa della libertà”, racconta Maistrouk.
Nel suo tributo, Maistrouk racconta anche un ricordo personale: “Ci siamo conosciuti a Kyiv e abbiamo passato serate a parlare, come se fossimo personaggi di Remarque“. L’ultima conversazione con Thomas risale all’inizio di giugno, quando, impegnato in missione, si vantava del suo “nuovo amico” — un drone russo che era esploso a soli 1,5 metri dalla sua postazione. Nonostante la gravità della situazione, Thomas non si lasciava abbattere.
Maistrouk conclude il suo omaggio con una frase che Thomas gli aveva detto e che ha voluto condividere: “Sono stato in molte missioni all’estero, e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio. Gloria agli eroi!”. Le parole di Thomas hanno trovato riscontro tra gli italiani che hanno espresso la loro gratitudine sotto il post, con messaggi di omaggio e riconoscenza. Un ex commilitone della Folgore ha scritto: “Cieli blu, fratello parà”.
Nonostante la legge italiana vieti l’arruolamento in eserciti esteri, sono numerosi gli italiani che, per motivi personali, hanno scelto di combattere in Ucraina, tanto sui fronti di guerra ucraini quanto su quelli filorussi. Con la morte di D’Alba, sono sette gli italiani che hanno perso la vita combattendo in Ucraina. Il primo fu Edy Ongaro, 46 anni, di Portogruaro (Venezia), ucciso nel Donbass a un mese dall’inizio del conflitto. A settembre 2022 perse la vita anche Benjamin Giorgio Galli, 27enne di Varese, mentre un mese dopo fu il turno di Elia Putzolu, 27 anni, romano di nascita ma cresciuto in Toscana, ucciso nel Donetsk mentre combatteva al fianco dei filorussi.
Nel novembre 2024, la notizia della morte di Angelo Costanza (42 anni, di Favara, ma residente in Belgio) ha sollevato molti interrogativi, visto che secondo alcune fonti sarebbe stato catturato. Infine, nel maggio 2025, sono stati uccisi Antonio Omar Dridi (35 anni, palermitano) e Manuel Mameli (25 anni, cagliaritano).
Ogni vita spezzata è un doloroso sacrificio, ma il coraggio e la determinazione di chi ha scelto di combattere per la libertà e la giustizia rimarranno un esempio indelebile.