Risse in ogni dove tra coltellate e regolamenti di conti mentre il sindaco, anziché garantire più controlli, fa finta che va tutto bene
TARQUINIA – I fatti degli ultimi giorni, purtroppo, meritano un’attenzione diversa.
Francesco Sposetti, invece, preferisce la strada della finzione con dichiarazioni assurde e nessuna presa di posizione concreta.
Il centro della questione, ovviamente, sono le risse che si sono verificate tra il centro storico e il lido: nel primo caso il litigio tra due uomini è finito a coltellate a pochi passi dal teatro, nel secondo caso un branco di giovani ha terrorizzato il lungomare (e solamente l’intervento dei Carabinieri, nei giorni seguenti, ha evitato un regolamento di conti tra genitori e amici).
Tra sangue, esponenti del clan Casamonica, pistole puntate sui social in segno di minaccia e ragazzi anche minorenni che spaventano i residenti la città etrusca è diventata in pochi mesi il Bronx della Tuscia. Nel frattempo le persone chiedono giustamente controlli stringenti ma il sindaco, di tutta risposta, fa sapere che “Tarquinia è, e continua a essere, una città sicura. I fatti accaduti negli ultimi giorni non devono alterare la percezione di una comunità che ha sempre fatto della vivibilità, dell’ospitalità e del rispetto delle regole i propri punti di forza”.
Tutto come sempre insomma. Parole assurde che hanno fatto vacillare anche gli ultimi elettori rimasti a dare fiducia a una giunta in balia di se stessa e letteralmente incapace di porre rimedio ai problemi.
“A nome dell’amministrazione comunale – prosegue il primo cittadino -, ribadisco la volontà di agire con responsabilità e determinazione, promuovendo i momenti di sana aggregazione, socialità e rispetto reciproco. La movida deve essere vissuta come un’opportunità di svago e condivisione, non come fonte di tensione. Continuerò a lavorare con impegno e determinazione perché Tarquinia resti un luogo sicuro, accogliente e vivibile, dove ciascuno possa godere del proprio tempo libero in piena serenità”.
Dell’aumento dei controlli, specialmente nelle zone più a rischio, nessuna parola. Tarquinia rimane dunque in preda alle enormi criticità.