ROMA – La passione per la moda si unisce alla tutela del pianeta, con sfilate che celebrano tradizione, innovazione e rispetto per l’ambiente. Rome Fashion Show #HauteCouture torna il 19 e 20 luglio 2025 presso il prestigioso Salone delle Colonne dell’EUR di Roma portando in scena abiti eco-friendly realizzati con tessuti naturali e materiali riciclati, grazie alla collaborazione di Donne Coldiretti, Campagna Amica e Terranostra.
Due giorni di sfilate, creatività e impegno ambientale, con l’obiettivo di dimostrare che il futuro della moda può essere etico, naturale e rispettoso della Terra. Un palcoscenico di eccellenza per la moda eco-sostenibile.
L’evento, ideato dal direttore artistico Steven G Torrisi, si propone di riportare la moda in uno dei contesti più prestigiosi al mondo, valorizzando le tradizioni sartoriali e le nuove tendenze green. Durante la settimana della haute couture, le passerelle saranno animate da capi realizzati con tessuti naturali, materiali riciclati e tinture ottenute da scarti agricoli, come foglie di carciofo, bucce di cipolla, melograno e residui di potatura di olivo e ciliegio. L’obiettivo è creare una filiera tessile 100% ecosostenibile, che unisca agricoltura e moda in un ciclo virtuoso di rispetto ambientale e valorizzazione territoriale.
Le protagoniste della sostenibilità saranno Dominga Cotarella Presidente di Campagna Amica e Terranostra e Mariafrancesca Serra per le Donne Coldiretti.
L’agricoltura oggi rappresenta un esempio concreto di come possa essere essa stessa motore di innovazione e sostenibilità, riscoprendo colture tradizionali come canapa, lino, ortica e seta, e trasformandole in tessuti di alta qualità. Molte aziende agricole a conduzione femminile stanno riscoprendo queste colture, spesso in territori marginali, creando filiere corte che riducono le emissioni di CO2, garantendo tracciabilità e valorizzando il territorio.
Tra le novità del 2025, spiccano i capi di Filotimo di Verona, che propone abiti in lana merino certificata, e le creazioni marchigiane di Mattia Morbidoni, che porta in passerella un viaggio tra storia e artigianato, con capi in seta naturale, lasciata nel suo colore originale, e decorati con pietre dure simbolo di un legame tra agricoltura e tradizione. E ancora, Malìa Lab dalla Calabria, che propone capi sartoriali interamente realizzati su misura. Ogni capo viene realizzato solo dopo l’acquisto, attraverso un processo sartoriale curato nei minimi dettagli, che valorizza l’unicità del prodotto e riduce drasticamente sprechi e stock invenduti.
Un trend in forte crescita ed, esempio concreto di economia circolare che unisce moda, ambiente e territorio. Fibre come canapa, lino, cotone biologico, ma anche materiali più innovativi come la fibra di ortica, la canapa, la seta o la soia, stanno diventando protagonisti di una nuova filiera agro-tessile. In questo modello, le imprese agricole non si limitano alla produzione alimentare, ma si aprono a nuovi mercati, valorizzando risorse tradizionali in chiave contemporanea. Queste fibre naturali richiedono, nella maggior parte dei casi, meno acqua, meno pesticidi e meno trattamenti chimici rispetto alle colture convenzionali. La canapa, per esempio, è resistente ai parassiti e ha un impatto ambientale molto basso, oltre ad arricchire il terreno. Anche il lino, storicamente coltivato in Europa, ha un ciclo produttivo virtuoso ed è completamente biodegradabile.
Molti stilisti e brand emergenti stanno scegliendo questi materiali per le loro collezioni, valorizzando l’autenticità e la narrazione che li accompagna. Un capo realizzato in canapa coltivata da un’azienda agricola locale, per esempio, racconta una storia di territorio, sostenibilità e futuro.
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