Frontini in piazza fa l’anchor-woman (??!!) nella “sua” rassegna

A Viterbo non contano le lauree, i diplomi, le specializzazioni, tutti fanno tutto, anche quello di cui prima non hanno neanche sentito parlare.

Figuratevi se una presenzialista come la sindaca Frontini non si inventava qualcosa di diverso rispetto al suo ruolo di prima cittadina; ed eccola calarsi nell’episodica professione di etrusca anchor woman e partecipare alla sua rassegna estiva in piazza come conduttrice di incontri.

Sue l’intervista al giornalista Mario Giordano e l’introduzione all’esibizione di Ermal Meta: la Frontini appena vede un microfono non lo lascia più neanche sotto tortura e poi vogliamo mettere quante foto in più da aggiungere sui social?

Non capiamo perchè una comunicatrice simile ( ma a Viterbo per sorprendere gli spettatori ci vuole assai poco, invero) non scriva o si faccia scrivere un one woman show dove far emergere tutte le sue potenzialità, uno show nelle pause di lavoro da portare in giro per l’Italia assieme alla Macchina di Santa  Rosa.

Uno show che tra le altre cose trasudi di campanilismo populista che è il marchio di fabbrica della sindaca, 35enne atipica che non fa che restituirci una immagine di una Viterbo che più che al futuro guarda al XIX secolo.

E’ sempre così nella vetus urbs, popolazione rassegnata al peggio, miti che durano da Natale a Santo Stefano, vita quotidiana immobile a tinte retro con sagra incorporata.

Quasi quasi farebbe meglio la Frontini a darsi all’arte e all’informazione,   magari il suo compagno di provincia (ente) potrebbe procurarle un provino a Mediaset, perchè non provarci?

Il campanilismo viterbese ha ottenuto nei decenni grandi soddisfazioni mediatico-comiche, perchè  non rafforzare una tale gloriosa, ridanciana tradizione?

(pasquale bottone)