Viterbo – 688mila euro in contanti trovati in banca: il legale del profumiere respinge ogni accusa

Il tesoro, suddiviso in mazzette, è stato trovato in una banca locale nella cassetta di un noto commerciante, parla ora il suo difensore

VITERBO – A seguito della notizia del ritrovamento  da parte della finanza del “tesoro” da oltre 600 mila euro in contanti in una banca viterbese, l’avvocato del noto commerciante coinvolto nella vicenda è intervenuto per rappresentare il suo assistito.

“Apprendiamo le notizie apparse sui quotidiani locali anche on line delle vicende che riguardano un noto profumiere di Viterbo rappresentando che l’azienda che opera nel territorio con successo e dedizione al lavoro da circa 40 anni si dichiara estraneo ai fatti contestati”, fa sapere il legale.

Nello specifico, gli uomini della Guardia di Finanza si sono imbattuti in una somma di denaro che ha lasciato tutti senza parole: 688.000 euro in contanti, ordinatamente disposti in mazzette, nascosti all’interno di una cassetta di sicurezza in una banca della città.

Nonostante il fatto, il profumiere fa sapere di essere tranquillo per voce del suo avvocato.

“Per questo il mio assistito ripone massima fiducia nella magistratura ed a completa disposizione della stessa, sottolineando sin da ora che il denaro custodito nella cassetta di sicurezza in banca è lecitamente detenuto e non certo proveniente da attività illecite”, conclude il legale.

La cifra trovata — altissima per essere stata ritrovata in contanti — ha ora spinto gli investigatori ad aprire un nuovo filone di indagine, volto a fare chiarezza sulla provenienza del denaro. Si indaga ora per ricostruire la tracciabilità della somma con le autorità competenti che vogliono chiarire se il denaro sia frutto di evasione fiscale, di traffici sommersi o di operazioni finalizzate a ripulire proventi non dichiarati.

In parallelo, sarà valutata la possibilità di procedere a una confisca definitiva, nel caso in cui venga dimostrata la natura illecita dei fondi.

Questa scoperta in banca ha rilanciato un’indagine che sembrava concentrata su un altro soggetto e su altre vicende. Ora, invece, l’inchiesta si allarga: i rapporti tra i due imprenditori viterbesi, le attività commerciali legate a Terni, i movimenti di denaro e la gestione patrimoniale saranno al centro di nuovi approfondimenti.