Dopo la conferma dell’addio di Ottica Burla (settembre), Officine Toscane (a fine anno) e A.D. Grafica (entro breve), viterbesi e commercianti tornano a chiedere un cambiamento di rotta forte e immediato
VITERBO – La notizia della prossima chiusura (o trasferimento fuori dal centro storico) di tre “brand storici” del centro storico ha destato nuovamente i cittadini viterbesi circa l’andamento, reale, dell’economia locale. A partire da settembre, infatti, l’Ottica Burla di Piazza del Plebiscito, il negozio Officine Toscane di Via Roma e presto anche la nota A.D. Grafica di Via Mazzini chiuderanno le loro serrande per cercare fortuna altrove.
I rispettivi titolari delle attività, anche via social e nelle recenti riunioni – finite con nulla di fatto – faccia a faccia con la sindaca Chiara Frontini, avevano già da tempo spiegato le loro motivazioni. Tra queste sono tre le colonne portanti dei loro discorsi: turismo scarso, difficoltà legate alla mobilità (tra cui scarsità di parcheggi) e politiche poco efficaci per chi possiede un negozio da anni, nonostante le grandi difficoltà economiche (nazionali quest’ultime).
Come riferiscono anche molti altri commercianti, confermando le parole dei tre di cui sopra, negli ultimi dodici mesi le attività del centro storico hanno subito cali di fatturato pari anche al 40%. Se da una parte c’era stata una evidente ripresa dopo l’emergenza pandemia Covid, negli ultimi 2-3 anni c’è stato invece un nuovo record in negativo per quanto riguarda gli affari. “Siamo tutti coscienti dei problemi legati al tessuto economico a livello nazionale, se non internazionale addirittura – ci spiega un gruppo di commercianti – Guerre, dazi, recessione economica generale e perdita di potere d’acquisto delle famiglie sono problemi estremamente gravi, ma qui a Viterbo non abbiamo visto alcuna intenzione, reale, da parte dell’amministrazione di volere aiutare noi, commercianti storici di una città dal grande potenziale”.
Con l’Anno Giubilare in corso, effettivamente, molti commercianti avevano sperato in una ripresa economica anziché in una ulteriore conferma dell’andamento, al ribasso, degli acquisti. “Da Palazzo dei Priori continuano a ribadire che va tutto bene, che il turismo è addirittura in crescita, che la tassa di soggiorno è aumentata (al netto del rincaro del 50% per il Giubileo, ndr), ma noi tutti questi risvolti positivi non li vediamo affatto”.
Tra le problematiche, quelle più evidenti, ci sarebbe anche “il lungo addio” della provincia. “Una volta si veniva nel centro storico di Viterbo per passeggiare, per socializzare, anche solo per far vedere il vestito nuovo appena comprato – ci spiegano ancora – Ma ormai la città ha perso appeal, i negozi chiudono e aprono solo in periferia. È un serpente che si morde la coda e l’amministrazione potrebbe forse essere l’unica a poter invertire questa tendenza, ma come possiamo vedere giornalmente: degrado, piccoli episodi di criminalità costante, illuminazione mancante, posti auto insufficienti e zero aiuti reali per chi ha un negozio in centro sono all’ordine del giorno. È normale che chi abita in provincia preferisca dirigersi direttamente a Roma, a Terni, in Toscana o altrove. Ma cosa ci viene a fare qui?”.
Tolta Santa Rosa, il vuoto. “Menomale che c’è Santa Rosa – proseguono – ma non possiamo continuare a restare appesi a un solo evento, per quanto grande, che si tiene una volta l’anno. Il resto dell’anno non si è tenuto un evento che possa definirsi tale. Un mercato d’antiquariato, un concerto come si deve in centro… sono finiti i tempi di Caffeina che, nonostante i problemi dei quali tutti siamo a conoscenza, riusciva ad attirare tutta la provincia a Viterbo e non solo la sera dopo le 21, quando tutto è chiuso e come altri eventi privati han fatto. Ben vengano queste iniziative, ma non basta. Il Comune dovrebbe fare di più. Era quello che tutti ci aspettavamo da Chiara Frontini, che in campagna elettorale ci era sembrata una giovane con voglia di fare, con idee innovative e fuori dalla solita politica che racconta frottole. Invece eccoci qui, sempre più ammaccati e stanchi della solita musica che non cambia mai”.
Critiche anche da parte di molti commercianti e ristoratori sull’esposizione della Macchina di Santa Rosa a San Sisto già da luglio. “Anche in questo caso ci aspettavamo chissà cosa – ci dicono ancora – Ma la sera la Macchina è spenta, i turisti che sono arrivati a vederla si sono quasi tutti chiesti cosa fosse, perché solo i viterbesi e chi abita nella Tuscia ha ben chiaro cosa sia. La promozione di Santa Rosa è ferma al palo da decenni. Ci chiediamo anche quanto sia costato questo gioco, che avrebbe dovuto migliorare ‘il passeggio’ in centro, ma di fatto non è cambiato nulla”.
Al netto delle molte critiche e dei negozi storici in chiusura, Viterbo ora sembra voler puntare tutto sul Natale. Il nuovo investimento da parte dell’amministrazione, “faraonico” rispetto alle poche decine di migliaia di euro spese lo scorso anno, avrebbe il compito di far invertire la tendenza e riportare luce nel centro storico. Cercherà di farlo anche lo spostamento di vari uffici comunali dislocati fuori le mura che tra gennaio e febbraio troveranno spazio nel rinnovato ex Tribunale di Piazza Fontana Grande. Operazioni sicuramente interessanti ma che, arrivando con grande ritardo, potrebbero rivelarsi solo delle gocce in mezzo al mare.