Spariti 300 artigiani in 10 anni, tra 2023 e 2024 un calo del 4%
VITERBO – La crisi dell’artigianato colpisce duro anche nella Tuscia. Negli ultimi dieci anni il settore ha subito un ridimensionamento che, solo nell’ultimo biennio, si è tradotto in un calo netto di oltre 300 imprenditori artigiani.
Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre su fonti INPS e Infocamere/Movimprese, il numero di artigiani nella provincia di Viterbo è sceso da 8.144 nel 2023 a 7.821 nel 2024, con una perdita di 323 unità in appena dodici mesi. In termini percentuali, si tratta di una contrazione del 4%, che colloca il Viterbese all’81° posto nella graduatoria nazionale delle province più colpite.
Un andamento che rispecchia la tendenza nazionale: in Italia, dal 2014 a oggi, il comparto artigiano ha perso quasi 400mila imprese, passando da 1,77 milioni a 1,37 milioni, con un crollo del 22%. Negli ultimi dodici mesi, la contrazione è stata di 72mila unità (-5%).
Se province come Ancona hanno registrato cadute verticali (–9,4%), Viterbo si posiziona in una fascia intermedia, ma resta comunque lontana dalle performance più “resistenti” di territori come Ragusa e Crotone (–2,7%).
Il calo nel Viterbese riguarda trasversalmente più settori: dall’edilizia alla manifattura, passando per i servizi e le lavorazioni tradizionali. Un segnale che conferma la difficoltà del comparto artigiano a reggere l’urto della crisi economica, della concorrenza della grande distribuzione e dei costi crescenti di gestione.
Negli ultimi anni, a livello nazionale, i sostegni derivanti dal Superbonus 110% e dai fondi PNRR hanno parzialmente frenato l’emorragia nel settore delle costruzioni, soprattutto nel Mezzogiorno. Tuttavia, nella Tuscia gli effetti di queste misure non sembrano essere bastati a invertire la rotta.
La fotografia restituita dai dati della CGIA è dunque allarmante: nella provincia di Viterbo quasi un artigiano su venti ha chiuso la propria attività in un solo anno. Un campanello d’allarme per l’economia locale, che rischia di perdere progressivamente il suo tessuto produttivo fatto di piccole realtà e saperi tradizionali, cuore storico del sistema artigiano della Tuscia.