Stamattina l’arrivo della polizia locale per ripristinarli ma i residenti sono stanchi: “Serve intervento definitivo, basta perdere tempo”
VITERBO – Nuovi problemi nella notte nell’ormai famigerato palazzo diroccato di Via Bellavista. Un edificio storico pericolante da tempo ormai immemore, vittima di occupazioni abusive e di un viavai quotidiano registrato dai residenti – esasperati – della zona.
Stamattina la polizia locale intervenuta ha ripristinato i sigilli che erano stati apposti per l’ennesima volta ai portoni, ancora una volta divelti da quelli che vengono definiti “i soliti spacciatori” da chi abita la zona.
Il problema, tuttavia, sembra ormai sempre più evidente. Il luogo è diventato un vero tugurio. Una discarica a cielo aperto dove l’immondizia viene abbandonata costantemente, l’erba cresce liberamente da mesi e tra le sue pareti avvengono schiamazzi, spaccio e chissà cos’altro.
L’impasse, da quello che apprendiamo, sarebbe ovviamente di tipo burocratico. L’amministrazione di Viterbo non riuscirebbe a intervenire in maniera “definitiva” poiché il proprietario dell’immobile, privato, sarebbe irreperibile.
“E’ assurdo che non esistano leggi che permettano a un’amministrazione di intervenire in questi casi così eclatanti – ci spiegano i residenti – Anzi, siamo sicuri che esistano, ma probabilmente non vengono applicate”.
Il palazzo, palesemente vicino a un crollo e continuamente “abusato” da vandali e delinquenti, è ovviamente un pericolo per l’intera zona e un’area altamente degradata verso la quale sembra quasi impossibile intervenire.
Eppure, qualcuno che lavora – forse in nero – sul palazzo c’è. Le prove sono addirittura tangibili: sacchi di calcinacci sono comparsi dal giorno alla notte, come se nottetempo degli operai siano entrati per effettuare lavori, abusivi, visti i sigilli che erano stati apposti.
“Serve un intervento definitivo – concludo i residenti di San Faustino – Siamo stanti di essere ostaggio dell’illegalità in questo quartiere”.
In realtà, strumenti normativi per intervenire esisterebbero: il Testo Unico dell’Edilizia e il Codice degli Enti Locali consentono al Comune di imporre la messa in sicurezza degli immobili pericolanti, arrivando – in caso di inadempienza o irreperibilità del proprietario – a eseguire i lavori d’ufficio e rivalersi poi sui responsabili. Anche le ordinanze contingibili e urgenti del sindaco possono essere utilizzate per tutelare la sicurezza e la salute pubblica.
Nella pratica, però, tra burocrazia, costi da anticipare e lungaggini procedurali, queste possibilità restano spesso inapplicate, lasciando interi quartieri ostaggio del degrado.