MILANO – Era una calda notte di giugno quando, vicino al Parco Sempione di Milano, la vita di Marco Cutrona (nella foto), un ragazzo di appena vent’anni, si è interrotta bruscamente. Marco stava percorrendo la pista ciclabile a bordo del suo monopattino, con il casco ben allacciato, quando un’Audi TT lo ha travolto all’altezza di via Canova. L’impatto è stato devastante e per lui non c’è stato scampo.
Alla guida c’era un uomo di 51 anni, residente a Como ma originario della provincia di Foggia. I controlli successivi hanno rivelato che guidava con un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge. Per lui si era aperta un’indagine per omicidio stradale.
A poco meno di tre mesi da quella notte, arriva un nuovo colpo al cuore: l’automobilista si è tolto la vita. Il suicidio è avvenuto nel suo paese d’origine, in Puglia, dove si era recato di recente. Con il suo gesto, il procedimento giudiziario si chiude, ma la ferita lasciata da questa vicenda rimane aperta.
Quella che sembra la cronaca di un incidente stradale è in realtà molto di più. È la storia di due destini interrotti: quello di Marco, che aveva davanti a sé sogni e progetti da realizzare, e quello dell’uomo che lo ha investito, probabilmente schiacciato dal peso del rimorso e delle conseguenze.
Il dolore è inevitabilmente duplice. Da un lato la famiglia del giovane, che ha perso un figlio in circostanze assurde; dall’altro i parenti dell’automobilista, che ora si trovano a piangere un uomo travolto dai suoi stessi errori.
Vicende come questa ci ricordano quanto sia fragile l’equilibrio sulla strada. Basta un attimo di imprudenza, una scelta sbagliata, e le conseguenze possono segnare per sempre più di una vita.
Non si tratta soltanto di rispettare le regole del codice della strada, ma di assumersi la responsabilità morale di ogni nostro gesto quando siamo al volante. Perché guidare non è solo un’azione tecnica: è un atto che può decidere della sicurezza altrui.
Il caso di Marco Cutrona e del suo investitore non lascia spazio a facili giudizi. È una tragedia nella tragedia, che mette al centro l’urgenza di educazione stradale, prevenzione e consapevolezza. Due vite spezzate, due famiglie distrutte, una comunità che resta attonita.