Tuscia – Ritorno a scuola per oltre 35mila studenti, a Viterbo il nodo traffico e parcheggi insufficienti

Ritorno a scuola nel traffico per gli studenti viterbesi che hanno già dovuto affrontare ingorghi, caos e rischi per la sicurezza

TUSCIA – Sono 35.872 gli studenti della Tuscia tornati sui banchi tra mercoledì 10 e lunedì 15 settembre. La ripartenza è stata scaglionata in base alle scelte di autonomia dei singoli istituti, che hanno potuto anticipare o posticipare l’inizio rispetto al calendario scolastico regionale. Nel dettaglio, si tratta di 4.821 bambini alla scuola dell’infanzia, 10.296 alla primaria, 7.199 alla secondaria di primo grado e 13.556 alle superiori. I primi a iniziare, il 10 settembre, sono stati gli alunni di Canino e Nepi, insieme agli studenti degli istituti superiori “Midossi” di Civita Castellana e “Cardarelli” di Tarquinia. L’11 settembre è stata la volta delle scuole di Bassano Romano, Capranica, Montalto di Castro, Sutri, Tarquinia, oltre al “Meucci” di Ronciglione e al “Da Vinci” di Viterbo. La maggior parte delle classi ha riaperto invece oggi, lunedì 15 settembre.

Nel suo messaggio di inizio anno, il presidente della Provincia Alessandro Romoli ha rivolto gli auguri agli studenti sottolineando come la scuola non sia soltanto il luogo in cui si studia, ma anche comunità, confronto e crescita personale. Romoli ha invitato i ragazzi ad affrontare i mesi che li attendono con entusiasmo, responsabilità e fiducia, ricordando che ogni giorno vissuto in classe è un passo avanti verso il futuro. Ha poi rivolto un pensiero particolare agli studenti delle superiori, ricordando gli investimenti già fatti e quelli in programma per rendere gli edifici sicuri e accoglienti. “Ma le scuole – ha aggiunto – sono soprattutto un patrimonio vostro e delle vostre famiglie. Custodirle e rispettarle significa prendersi cura di ciò che appartiene all’intera comunità”.

Il nuovo anno scolastico si apre anche con un quadro aggiornato della presenza di alunni con cittadinanza non italiana, ormai significativa e capace di bilanciare la contrazione demografica. Secondo il Dossier statistico immigrazione 2025 dell’Idos, nel Lazio nel 2023/2024 gli iscritti stranieri erano circa 85mila su un totale di 769mila studenti, pari all’11%. A Viterbo la percentuale è molto simile, 11,7%, in linea con Roma (11,8%) e superiore a Rieti (10,7%), Latina (9,8%) e Frosinone (5,4%). Gli alunni stranieri si concentrano soprattutto nell’infanzia e nella primaria, mentre la loro presenza diminuisce alle superiori, anche per via di fenomeni di abbandono scolastico. Nel 2023/2024 i nuovi iscritti stranieri nel Lazio sono stati 1.547, in oltre l’85% dei casi direttamente alla scuola secondaria di primo o secondo grado, con maggiore incidenza nelle province di Viterbo, Frosinone e Rieti. Le comunità più numerose sono quelle rumena (28,5%), bengalese (8%), albanese (6,8%), indiana (5,5%) e filippina (4,9%), seguite da studenti di origine peruviana, ucraina, marocchina, cinese ed egiziana. Dopo la terza media, la maggior parte tende a scegliere percorsi tecnici (12,6%) o professionali (13%), mentre solo il 6,8% opta per un liceo, con preferenza per artistico e linguistico; il liceo classico resta invece il meno frequentato.

Grandi difficoltà immediatamente riscontrate nel territorio del Capoluogo dove subito si sono registrati ingorghi e problemi al traffico. In particolare nella zona di via Cattaneo dove da anni residenti e genitori sottolineano l’assenza di parcheggi in grado di gestire le grandi scuole Canevari e Vanni, ormai divenute “leviatani” con centinaia di studenti costretti a essere ospitati anche i aule “recuperate” come nel caso di quelle presenti nell’edificio della biblioteca.

Come sempre, chi parcheggia in seconda e addirittura terza fila non fa che congestionare ulteriormente il traffico ma la giustificazione è sempre la stessa: “Non c’è posto, non abbiamo alternative se non questa”, ci dicono dei genitori. Altri preferiscono optare per il parcheggio dell’Unitus, non propriamente adibito a luogo di sosta pubblica, altri ancora – i meno educati – lasciano l’auto anche per svariate decine di minuti nel mezzo del traffico, cogliendo l’occasione per fare compere nei negozi limitrofi.