Montefiascone – Si è spento a Villa Serena la leggenda del pugilato maremmano Bruno Bertini

MONTEFIASCONE – La Grosseto sportiva è in lutto per la scomparsa di Bruno Bertini, classe 1935, uno dei protagonisti dell’epoca d’oro della boxe maremmana tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Bertini si è spento nelle prime ore di giovedì 25 settembre a Villa Serena di Montefiascone, dove era stato ricoverato appena sei ore prima, dopo un periodo di degenza all’ospedale di Castel del Piano.

A raccontare gli ultimi mesi è la figlia Silvia: «Da tempo era malato di Alzheimer, ma fino a tre mesi fa conduceva una vita normale. Viveva da solo, veniva a pranzo da me e il pomeriggio giocava a carte. Era un nonno novantenne in gamba, sempre pronto a viaggiare, anche per andare a trovare sua nipote a La Spezia». Le condizioni di salute, aggravate da problemi al cuore e ai reni, lo avevano costretto a un progressivo rallentamento, ma fino all’ultimo Bertini ha mantenuto il suo carattere forte e caparbio.

Un uomo di ring e di vita

«Non si è mai lamentato, neanche nei momenti difficili», ricorda ancora la figlia. Una forza che lo ha accompagnato dentro e fuori dal ring. Per una vita ha lavorato come imbianchino, fino a 70 anni, ma il suo cuore batteva soprattutto per la boxe. La perdita della moglie nel 1999 lo aveva segnato profondamente, eppure il legame con il pugilato lo aveva aiutato a rialzarsi. Non mancava mai alle manifestazioni locali: dalla Fight Gym dell’amico Amedeo Raffi alla Notte di pugni sotto le stelle organizzata da Rossana Conti Cavini, eventi che lo riportavano idealmente a quel ring che lo aveva visto protagonista.

Una carriera tra i dilettanti e i professionisti

La carriera di Bruno Bertini meriterebbe un capitolo di storia sportiva.

Peso gallo battagliero e indomito, iniziò ad allenarsi nel 1950 con l’Accademia Pugilistica Cortonesi sotto la guida di Elio Chipa. Dopo i primi incontri approdò alla Pugilistica Grossetana, con cui crebbe tecnicamente e si mise in luce sul piano nazionale.

Da dilettante collezionò 55 incontri (31 vittorie, 9 pareggi e 15 sconfitte), raggiungendo nel 1954 la finale dei campionati toscani e la semifinale agli Italiani. Nello stesso anno vestì per la prima volta la maglia azzurra, con otto presenze in Nazionale, combattendo a Perugia, Grosseto, Istanbul, Gubbio, Pasley, Dublino e Glasgow.

Il passaggio al professionismo arrivò nel 1957 con il procuratore Azeglio Battigalli: Bertini rimase imbattuto nei primi sette match, affrontando i migliori gallo italiani dell’epoca. La parabola cambiò quando decise di salire di peso e di affidarsi al manager Proietti: arrivarono cinque sconfitte tra il 1960 e il 1961, fino all’ultimo match disputato a Grosseto contro Linzalone.

In carriera professionistica chiuse con 12 incontri all’attivo, 7 vittorie e 5 sconfitte. Il suo più grande rammarico rimase la mancata convocazione per le Olimpiadi di Melbourne 1956, nonostante la piena forma e i risultati nei raduni collegiali. In quella selezione gli fu preferito il rivale storico, il livornese Mario Sistri, ma Bertini non nascose mai il dispiacere per quell’occasione sfumata.

L’ultimo saluto

La salma di Bruno Bertini rimarrà a Montefiascone per i prossimi giorni per il completamento delle pratiche. I funerali si svolgeranno sabato 4 ottobre alle 8.30 nella chiesa di San Giuseppe, a Grosseto, quindi la salma sarà trasferita al tempio crematorio di Sterpeto.

Con la sua scomparsa, Grosseto perde non solo un ex pugile di valore, ma un uomo generoso, tenace e sempre pronto a vivere fino in fondo la propria passione per la boxe.